Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva la Riforma della Pubblica Amministrazione, approvando gli ultimi due decreti relativi ad alcuni punti chiave della nuova normativa, come la stabilizzazione dei lavoratori precari e l’introduzione di regole precise per i licenziamenti nel pubblico impiego.
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La Riforma così approvata contiene, rispetto al testo iniziale, alcune modifiche promosse in base agli esiti dell’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni e alla sentenza della Consulta.
In tema di stabilizzazioni, si stabilisce che dal 2018 al 2020 saranno attivati nuovi contratti per circa 50mila lavoratori che, per almeno 3 anni negli ultimi 8 anni, hanno lavorato per le Pubbliche Amministrazioni. Chi ha superato un concorso pubblico potrà essere assunto direttamente, mentre gli altri formeranno una ” riserva” per i concorsi futuri pari al 50%.
«I due decreti approvati – ha sottolineato il Ministro Marianna Madia – mi consentiranno di dare la direttiva all’Aran e riaprire una normale stagione contrattuale.»
Per quanto riguarda il secondo decreto, il nuovo “codice” dei licenziamenti focalizza l’attenzione sulle conseguenze della violazione delle regole comportamentali e di costanti valutazioni negative (per tre anni consecutive).
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Tra le altre novità anche l’attivazione, a partire da settembre, di un polo unico per le visite fiscali con il passaggio delle competenze dalle Asl all’Inps, come nel comparto privato.
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