Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera agli ultimi decreti attuativi della Riforma della Pubblica Amministrazione, deliberando anche in merito al testo unico del pubblico impiego in relazione al testo unico e alla disciplina di valutazione.
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Come sottolineato in una nota dal Governo, la riforma si basa su quattro “pilastri” sostanziali e il primo di questi è rappresentato dalle risorse umane:
«Con il decreto si pone rimedio al grave problema del precariato storico: un piano straordinario consentirà l’assunzione di tutti coloro che, avendo superato un concorso, sono stati impiegati per anni con contratti di lavoro precario. Per coloro che, senza concorso, siano stati impiegati per oltre un triennio, saranno previsti concorsi con posti riservati. Più in generale, si introduce un diverso sistema di reclutamento, fondato sui fabbisogni, che consentirà di assumere più facilmente le professionalità di cui la pubblica amministrazione ha necessità.»
Altri principi fondamentali riguardano gli “obiettivi generali” che la PA si propone di conseguire al fine di migliorare i servizi alla comunità (digitalizzazione, tempi medi di risposta, riduzione delle liste di attesa), standard che potranno essere monitorati e valutati dai cittadini.
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La riforma si focalizza anche sulla disciplina del rapporto di lavoro e sul contratto concepito come strumento flessibile che può adattarsi alle esigenze specifiche di ogni amministrazione.
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