I bambini non vaccinati non potranno accedere agli asili nido pubblici e privati in Emilia Romagna: l’amministrazione regionale ha deliberato una legge che impone la vaccinazione obbligatoria per antipolio, antidifterica, antitetanica e antiepatite B sui minori che richiedono l’iscrizione ai nidi.
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Una misura che si propone di tutelare la salute pubblica e soprattutto i bimbi più deboli, stando a quanto ha definito il Presidente della Regione Stefano Bonaccini.
Si tratta della prima normativa del genere approvata in una Regione italiana, una scelta che ha come fine quello di contrastare la riduzione della copertura vaccinale sul territorio, situazione che ha fatto scattare l’allarme da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
«Anche in questi giorni abbiamo letto di un contatto col batterio della difterite in Italia e sentito il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, ipotizzare il ritorno della poliomelite, malattie che sembravano sconfitte – ha affermato Stefano Bonaccini -. La nostra legge è dunque a tutela della salute pubblica, cioè delle nostre comunità, e soprattutto dei bambini più deboli, quelli che per motivi di salute, immunodepressi o con gravi patologie croniche, non possono essere vaccinati e che sono quindi più esposti a contagi. Siamo i primi in Italia ad adottare questa misura, aprendo la strada, visto che altre Regioni intendono fare lo stesso e che se ne parli come di un provvedimento di interesse nazionale.»
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Per mettersi in regola gli obblighi vaccinali imposti dalla normativa vigente, e presentare il certificato di avvenuta vaccinazione, ci sarà tempo fino a maggio-giugno del 2017.
Intanto, la nuova normativa stabilita in Emilia Romagna sembra destinata ad avere un seguito anche in altre Regioni. Lo stesso Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio, ha sottolineato la sua adesione attraverso il profilo Facebook ufficiale:
«Obbligo di vaccinazione per i bimbi che vanno al nido: è una legge che proporrò in Consiglio regionale per combattere la diffusione di malattie pericolose e tutelare la salute dei più piccoli. Dopo l’Emilia Romagna facciamo un passo avanti di civiltà anche nel Lazio.»