Il Governo ha stanziato 200 milioni di euro per consentire alle scuole di concedere bonus di merito in busta paga ai docenti: sono i singoli istituti a decidere la “rosa” di fortunati insegnati ritenuti appunto più meritevoli, tuttavia questa normativa introdotta con la “Buona Scuola” che impone una selezione non piace a molti.
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In alcune scuole, infatti, sono proprio gli insegnanti a protestare contro questa direttiva rifiutando il bonus concesso e destinandolo a iniziative didattiche: a Bologna per prima ma anche a Milano, Firenze, Roma e Palermo, solo per citare alcuni centri urbani maggiori.
Ai docenti spetterebbe un premio che varia tra i 200 e i 500 euro, tuttavia sembra che in un liceo di Torino la cifra abbia sfiorato i 1800 euro. A non andare giù sono i criteri stabiliti solo tardivamente (prima si parlava di anzianità, poi di merito per l’avvio di progetti speciali o per doti innovative).
Emblematica la motivazione data dai docenti di una scuola del bolognese:
«Siamo contrari al sistema di valutazione introdotto dalla Legge 107 perché comporta uno sterile aumento della competizione individuale tra gli insegnanti, determina una forte gerarchia e trasforma la scuola pubblica in un’azienda spingendo i docenti a uniformare la didattica.»