L’ipotesi di abolizione delle guardie mediche notturne non piace ai camici bianchi: la riforma, sancita con il rinnovo delle convenzioni di medicina generale approvato dalla Regioni e dal Governo, prevede infatti l’apertura dalle 8 alle 24 degli studi dei medici di famiglia e l’obbligo di rivolgersi solo al 118 e al pronto soccorso in caso di emergenze sanitarie notturne.
=> Rivoluzione medici di famiglia
Il sindacato dei medici italiani, Cgil-Cisl-Uil e Simet, scende in piazza a Montecitorio e si scaglia contro queste novità che rischiano di intasare le strutture ospedaliere anche per semplici problemi di salute che, finora, sono stati gestiti dalle guardie mediche (fondamentali soprattutto nei piccoli Comuni).
«Si prevede di utilizzare il 118 – afferma la Cgil – per andare a vedere una febbre, un mal di pancia, un mal di schiena, con il rischio di lasciare scoperto quel paziente a cui il 118 può salvare la vita. Inoltre, per qualunque malore notturno si dovrebbe andare al pronto soccorso. Insomma, la notte tutti al pronto soccorso da soli o con il 118. Ciò evidentemente aumenterebbe le attese e anche le barelle perché si dovrebbero ospedalizzare di fatto più persone.»