Passano da dodici a quattro i comparti del pubblico impiego, come stabilito dall’accordo siglato tra i sindacati e l’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni).
=> Licenziamenti lampo nel pubblico impiego
Una decisione che porta alla ripartizione in quattro comparti (funzioni centrali, funzioni locali, sanità e istruzione e ricerca) fatta eccezione per la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Obiettivo dell’accordo è quello di far ripartire la trattativa per il rinnovo dei contratti dei lavoratori statali, come sottolinea la Cgil:
Con questa intesa, afferma la Cgil:
«Abbiamo ottenuto un accordo importante, un risultato da noi con tenacia ricercato. Siamo quelli che non hanno mai condiviso la legge Brunetta, che abbiamo lottato in questi anni affinché la riduzione dei contratti seguisse la logica delle aggregazioni omogenee per settore e arrivare quindi alla definizione di un contratto unico per sanità, per funzioni locali, per tutte le funzioni centrali e per la conoscenza. Questo accordo dovrà portare alla difesa degli interessi e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici, con il rinnovo dei contratti, e al rilancio delle politiche di settore per migliorare la qualità dei servizi resi ai cittadini».