Dal 31 marzo 2015 la Pubblica Amministrazione può accettare e saldare fatture prodotte esclusivamente in formato elettronico: un obbligo che, introdotto dalla Finanziaria 2008, riguarda tutti i fornitori della PA a tutti i livelli, dalle amministrazioni centrali e regionali a quelle locali, compresi gli enti pubblici e privati che comunque contribuiscono alla formazione del bilancio consolidato dello Stato.
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I fornitori e i prestatori di opera sono quindi chiamati a produrre, conservare e inviare e-fatture attraverso il Sistema di Interscambio SDI, dando il via a una vera e propria rivoluzione che provocherà non pochi cambiamenti all?interno di ciascuna amministrazione, sia per quanto riguarda le procedure di rendicontazione sia per gli iter di archiviazione.
Quante sono le PA coinvolte nella nuova normativa sulla fatturazione elettronica? Le amministrazioni pubbliche in Italia ammontano a oltre 21mila, stando a quanto riportato sul portale IndicePA che rappresenta anche una risorsa fondamentale per individuare un ente a cui destinare una fattura (www.indicepa.gov.it), informandosi sull?ufficio destinatario delle fatture e sulle modalità di ricezione, identificando il “codice univoco ufficio? da inserire.
Per quanto riguarda i vantaggi che si otterranno dall?introduzione della nuova normativa (finora obbligatoria solo per Ministeri, Agenzie Fiscali ed enti nazionali di previdenza) si parla di un risparmio fino a 2 miliardi di euro da parte dello Stato, che riceverà circa 50 milioni di fatture in formato elettronico.
Secondo il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, l’obbligo di fatturazione elettronica verso tutte le PA porterà notevoli risparmi per la collettività consentendo «un recupero di evasione importante», oltre al potenziamento futuro dei controlli che saranno «veloci, preventivi e non invasivi».
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Maria Laura Prislei della Ragioneria generale dello Stato, inoltre, sottolinea come il sistema di fatturazione elettronica esteso a tutta la PA sia «una grande operazione di trasparenza» per «migliorare sul fronte della gestione del ritardo dei pagamenti» e «monitorare l?andamento della spesa pubblica e supportare qualsiasi percorso di spending review si voglia fare».