Quale futuro digitale per l?Italia? La ricetta Red Hat

di Anna Fabi

17 Gennaio 2014 09:30

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L?Open Source è la scelta privilegiata per la PA italiana: Red Hat illustra vantaggi e strategie.

Il concetto di open source è sostanzialmente nato nella prima parte degli anni Novanta, quando iniziò a diventare popolare il sistema operativo Linux. Per diverso tempo, questi due elementi sono stati ritenuti sinonimi e ancora oggi, in parte, resta radicata una visione della tematica che, in questi termini, va ritenuta certamente riduttiva.

=> Scarica la guida al software Open Source per la PA

Non bastano certo un ambiente operativo, strumenti di sviluppo e qualche componente applicativa per avere a disposizione un?infrastruttura sulla quale creare e poi gestire tutti i processi di un?azienda.

Proprio per questo motivo Red Hat si è impegnata strenuamente, negli ultimi vent’anni, per costruire uno stack infrastrutturale completo, basato sulla piattaforma Linux (RHEL – Red Hat Enterprise Linux), ma corredato di tecnologie di virtualizzazione, gestione e monitoraggio di infrastrutture, strumenti per la realizzazione di Architetture Service-Oriented e Cloud, e poi servizi di supporto, formazione e consulenza.

Stack Infrastrutturale in grado di consentire la realizzazione di infrastrutture altamente automatizzate, orientate al business e in grado di fornire alle aziende l?”elasticità? necessaria per operare con flessibilità anche in condizioni di business caratterizzate da grande variabilità.

La completezza è uno degli elementi-chiave che ha contribuito al successo della società, facendone un punto di riferimento per tutte le aziende impegnate a far evolvere il software di sistema del proprio data center in direzione dell?apertura, della flessibilità e dell?ottimizzazione, coniugando innovazione e contenimento dei costi.

Tenendo sempre presenti questi principi, Red Hat ha seguito le evoluzioni tecnologiche del mercato, accompagnando i clienti nell?implementazione delle strategie di virtualizzazione e, più di recente, di migrazione verso il Cloud Computing.

La Red Hat Cloud Infrastructure si propone proprio di offrire gli elementi fondativi per costruire e gestire cloud “ibridi? in logica Infrastructure-as-a-Service (IaaS), utilizzando prodotti aperti, interoperabili e di facile gestione come Red Hat Enterprise Linux OpenStack Platform, Red Hat Enterprise Virtualization e Red Hat CloudForms.

Se i primi due supportano la costruzione di ambienti infrastrutturali cloud aperti e virtualizzati, CloudForms completa l’offering con funzionalità di monitoraggio, chargeback, governance e orchestrazione tra cloud privati, pubblici e ibridi.

OpenShift rappresenta invece la soluzione PaaS (Platform-as-a-Service) di Red Hat, contenente diverse tecnologie e frameworks open source che gli sviluppatori possono utilizzare, sia on-premise che online, per velocizzare e standardizzare i processi di realizzazione, test, rilascio e gestione di applicazioni in ambito cloud.

Su queste basi, Red Hat ha costruito il paradigma dell?Open Hybrid Cloud, che permette di disegnare blueprint infrastrutturali e applicative in maniera “agnostica? rispetto alla piattaforma sottostante. La gestione di ambienti di virtualizzazione eterogenei consente di far leva sugli investimenti già effettuati anche su piattaforme di virtualizzazione non aperte, affiancando uno stack open source, che mantenga un unico strumento di gestione anche per il passaggio al cloud, eliminando i vincoli a qualunque tecnologia sottostante.