Entro la fine del 2014 il 50% degli appalti della Pubblica Amministrazione dovrà essere sostenibile, quindi basato sul rispetto dei criteri ambientali minimi (CAM).
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La metà degli acquisti promossi dagli enti pubblici per ciascuna categoria di affidamenti e forniture dovrà quindi essere “green?.
A stabilirlo è il decreto datato 10 aprile 2013 e voluto dal Ministero dell’Ambiente, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 102 del 3 maggio 2013: una legge che aggiorna il PAN GPP (Green Public Procurement), vale a dire il “Piano d?Azione per la sostenibilità dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione in vigore dal 2008?.
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Alla base del Green Public Procurement c?è l?esigenza di limitare i consumi, razionalizzare le spese e favorire la sostenibilità ambientale anche attraverso l?adozione di nuove regole di acquisto.
Gli obiettivi del GPP – la cui definizione è stata data dalla Commissione Europea – spaiano dal miglioramento dell?immagine della PA alla diffusione di modelli di consumo sostenibili, dal favorire l?innovazione e la competitività all?accrescimento delle competenze degli acquirenti pubblici.
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«GPP (Green Public Procurement) è definito dalla Commissione europea l?approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull?ambiente lungo l?intero ciclo di vita.»