Statali: stipendi bloccati fino al 2014?

di Teresa Barone

1 Marzo 2013 10:00

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Blocco delle retribuzioni nel pubblico impiego fino al 2014: il Ministero della PA annuncia un decreto, ma ancora nulla è dato per certo.

Inizialmente previsto dal decreto sulla spending review, il blocco degli stipendi nel pubblico impiego potrebbe concretizzarsi a breve, precisamente attraverso un decreto ministeriale discusso nel corso del Consiglio dei Ministri che si terrà la prima settimana di marzo.

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Ad annunciarlo è una nota del Ministero della Funzione Pubblica, che nel medesimo documento stabilisce anche le modalità di calcolo in merito alle indennità di vacanza contrattuale per gli anni 2015-2017, più altre misure di risparmio e razionalizzazione della spesa delle Amministrazioni Centrali.

«Non si dà luogo, senza possibilità di recupero, alle procedure contrattuali e negoziali ricadenti negli anni 2013-2014 del personale dipendente dalle amministrazioni pubbliche. Per il personale, non si dà luogo, senza possibilità di recupero, al riconoscimento degli incrementi contrattuali eventualmente previsti a decorrere dall?anno 2011.»

È il Ministero dell?Economia, tuttavia, a precisare che non si tratta di un provvedimento certo:

«In merito alle misure di blocco delle progressioni e degli scatti degli stipendi della PA nulla è stato ancora deciso.»

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Il decreto ministeriale contiene anche disposizioni per bloccare gli scatti di anzianità, per il 2013, dei lavoratori della scuola (sia per il personale docente, sia per il settore amministrativo, tecnico e ausiliario). L?ipotesi annunciata dal Ministero della PA ha fatto scattare molteplici reazioni da parte dei sindacati: la Cisl, ad esempio, sottolinea l?inaccettabilità del provvedimento soprattutto considerando i tre anni di blocco che, allo stato attuale, rappresentano un grave problema per i lavoratori italiani.

«Un’altra proroga al blocco dei contratti pubblici sarebbe inaccettabile: le retribuzioni sono già ferme dal 2010, mentre la spesa pubblica continua a crescere. Sarebbe un atto sbagliato che colpirebbe il bersaglio sbagliato, e i lavoratori pubblici hanno diritto a un rinnovo di contratto così come il privato.»