Come stabilito dal decreto sulla spending review, iniziano a prendere forma i tagli al settore pubblico che dovrebbero portare a risparmi fino a 337 milioni di euro annui. Gli esuberi stimati sono 7.576, e saranno coinvolti 76 amministrazioni centrali dello Stato.
Con la firma dei tre Dpcm, che dovranno essere attuati entro sei mesi, saranno notevoli i cambiamenti previsti per il pubblico impiego, tuttavia sono anche numerosi i metodi che saranno utilizzati per attuare i tagli: si parla, infatti, del prepensionamento ordinario e della mobilità volontaria, compresa la possibilità di passare al part-time. Come ultimo gradino, inoltre, c?è la messa in disponibilità per due anni con l?80% della retribuzione fissa, periodo di tempo che si conclude con il licenziamento o con la pensione.
«La riorganizzazione delle piante organiche è una riforma strutturale che rimane. Il prossimo governo potrà attuarla da subito poiché i presupposti giuridici ci sono già tutti. Ne scaturisce un disegno meditato sulle dimensioni ottimali delle amministrazioni centrali. E quando nel 2016 si sbloccherà il turnover si potranno così fare assunzioni là dove servono mentre sarà impedito di assumere là dove il fabbisogno ottimale è già coperto. Si tratta di un passo fondamentale anche per la gestione futura del personale e per realizzare in modo duraturo economie di spesa. Con questa riforma l?Italia scende sotto la media Ocse: ora nessuno potrà più dire che gli impiegati pubblici sono troppi. Si apre invece la questione della qualità del loro lavoro».
Così ha affermato il Ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi. I Ministeri più coinvolti dai tagli saranno la Difesa, Sviluppo, Politiche agricole, Ambiente, Infrastrutture e Trasporti, Lavoro, Istruzione, Beni Culturali e Salute. Restano fuori per ora l?Interno, gli Affari Esteri (il decreto non dovrebbe tardare) e la Giustizia.