Adolescenti dipendenti dal Web: l?allarme dei medici

di Teresa Barone

23 Gennaio 2013 10:30

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Si chiama ?sindrome di Hikikomori? e colpisce 240mila giovani italiani: ecco come riconoscere la dipendenza dal Web secondo la Fnomceo.

Dal sito della Fnomceo, la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, arrivano dati allarmanti riguardo il fenomeno della dipendenza dal Web che, a quanto pare, colpisce sempre di più gli adolescenti italiani soprattutto tra gli 11 e i 16 anni.

Giovanissimi che vivono prevalentemente in Rete, limitando i contatti sociali e il contatto con la realtà, fatta eccezione per le ore passate tra i banchi di scuola. Si tratta di una Web dipendenza che ha un nome ben preciso, e che i professionisti identificano come “sindrome di Hikikomori?.

Un nome giapponese per identificare un fenomeno che, proprio in Giappone, è presente fin dalla seconda metà degli anni ottanta, e che sottolinea la tendenza degli adolescenti di stare in disparte e isolarsi dal resto del mondo, vivendo in una realtà fatta solamente di computer, Internet e giochi virtuali. La conseguenza di tutto ciò è una sorta di isolamento sociale, che spesso non viene identificato all?origine perché, solitamente, i giovani che ne sono colpiti hanno un rendimento scolastico regolare.

Una dipendenza dal Web che può essere definita come una malattia vera e propria, e che nella Penisola tocca da vicino oltre 240mila teenager. Ma come identificare il problema? Quali sono i campanelli d?allarme che i genitori non devono trascurare? È la stessa federazione a rispondere:

«Tale sindrome ha delle caratteristiche precise: il bambino o adolescente frequenta la scuola con un profitto sufficiente e poi viene completamente assorbito dalla realtà parallela, non ha amici, se non la playstation o il computer, e passa 10 – 12 ore quotidianamente in una dimensione virtuale. Purtroppo di questo le Istituzioni italiane non sembrano preoccuparsi ed è un limite evidente, giacché la realtà sociale è fatta anche e soprattutto di queste “problematiche? con un?espansione clinica che valutiamo quotidianamente.»