Un sindaco su due ha deciso di non aumentare l?aliquota base per l?Imu sulla prima casa: secondo un?indagine condotta dalla Cgia di Mestre su 81 Comuni Capoluogo di Provincia, infatti, la percentuale di primi cittadini che non farà lievitare l?imposta corrisponde al 49,4%, contro il 43,2% che ha stabilito l?incremento delle aliquote e un restante 7,4% che, ha invece optato per una riduzione dell?aliquota base.
Il panorama dei Comuni italiani alle prese con l?Imu è stato tracciato dall?Ufficio studi della Cgia di Mestre sulla base delle informazioni pubblicate sul sito internet del Dipartimento delle Finanze, e prendendo in considerazione le delibere al 26 ottobre 2012. Nonostante le decisioni delle Amministrazioni Comunali siano state ormai prese, il Governo potrà comunque variare l?aliquota base entro il 10 dicembre 2012, a 6 giorni dalla scadenza del pagamento del saldo.
I Comuni più virtuosi che hanno preferito ridurre l?aliquota base sulle prime case, fissata al 4 per mille, sono Trieste, Biella, Nuoro, Vercelli, Lecce e Mantova. La Cigia informa, inoltre, su quelle che sono le città più “care? per quanto concerne gli importi dell?Imu: al primo posto figura Torino, con la seconda rata che costerà mediamente 718 euro (si parla di abitazioni di estensione media), mentre Genova si ferma a 561 euro, arrivando fino a oltre 900 euro se si calcola l?imposta complessiva annua. A seguire Bologna, con un versamento complessivo annuale di 879 euro.
Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre, sottolinea infine come le famiglie italiane non vivano serenamente il pagamento dell?Imu, soprattutto a causa delle difficoltà nei calcoli.
«Visto che il 76,3% delle famiglie italiane sono proprietarie dell?abitazione in cui risiedono, l?Imu è vissuta con ansia, vuoi per le ristrettezze economiche in cui vivono gran parte dei contribuenti italiani, vuoi per il fatto che negli ultimi 4 anni l?imposta sulla prima abitazione non era dovuta. Ora, che quasi tutti i Comuni hanno deliberato l?aliquota da applicare sulla prima casa, 18 milioni di famiglie italiane stanno ricominciando a fare i conti per capire quanto dovranno pagare di saldo entro il prossimo 16 di dicembre.»