Il 17 settembre scade il pagamento della seconda rata dell?IMU, un appuntamento per i tanti contribuenti che hanno optato per il versamento della nuova tassa in tre rate: con l?acconto di settembre si dovrà corrispondere, come per quello di giungo, un terzo dell?importo totale ottenuto applicando l?aliquota base del 4 per mille più le detrazioni.
Il saldo finale dell?IMU è invece previsto per dicembre, e sarà calcolato come conguaglio delle rate di acconto sulla base delle aliquote definitive deliberate dai singoli Comuni: la novità riguarda proprio il termine ultimo fissato per stabilire eventuali modifiche alle aliquote base da parte delle amministrazioni comunali, che non sono più tenute a emettere il responso entro il 30 settembre ma entro il 31 ottobre 2012.
Una decisione che si spiega con la delibera del Ministero dell?Interno che prevede lo slittamento fino al 31 ottobre del termine ultimo per approvare i bilanci comunali, come ha spiegato il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda nel corso di un’interrogazione alla Camera. Inizialmente fissata per il 30 giugno, la scadenza per la presentazione del bilancio slitta in avanti rendendo inutile l?obbligo di riformulare le aliquote a fine settembre.
«Non v’è più motivo per cui il termine utile per le scelte relative all’IMU debba scadere un mese prima dell’approvazione richiesta del bilancio. Una lettura sistematica delle diverse disposizioni consente di ritenere che il termine del 30 settembre 2012 sia implicitamente abrogato».
Intanto, la Cgia di Mestre ha elaborato un?infografica che consente di monitorare gli importi della seconda rata dell?IMU nelle principali città italiane: lo schema evidenzia come l?importo medio quantificato per i capoluoghi di provincia sarà pari a a 131 euro, con Bologna in cima alla lista delle città più care con 293 euro), seguita da Milano con 269 euro, Genova con 227 euro, Torino con 224 euro, Roma con 199 euro e Bari con 196 euro. Un ultimo dato interessante riguarda la disparità di importi tra i capoluoghi e i Comuni della provincia: nei primi, infatti, in media si pagherà il 62% per la prima casa.