I sindaci dei Comuni italiani protestano contro i tagli previsti dalla spending review: la manifestazione organizzata in piazza Sant’Andrea della Valle a Roma dall?Anci ha visto centinaia di primi cittadini protestare contro la scure che potrebbe abbattersi sulle amministrazioni comunali, ma anche contro la riorganizzazione dei tribunali.
La spending review, infatti, ha sancito tagli a Regioni ed enti locali per 2,3 miliardi di euro solo nel 2012, con una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio che porterà i Comuni a fare a meno di 500 milioni di euro a partire da quest’anno, cifra che crescerà fino a 2 miliardi di euro dal 2013.
Il DL ha inoltre imposto ai Comuni fondi di svalutazione per 580 milioni di euro, previsti da una norma che sancisce l?obbligo di “iscrivere a bilancio un fondo di svalutazione pari ad almeno il 25% dei residui attivi nelle entrate tributarie ed extratributarie più vecchi di cinque anni, che finora erano venivano contabilizzati ogni anno tra gli attivi?.
Esemplare il commento del vice presidente dell’Anci e sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo:
«Basta con i tagli lineari, è ora di premiare la virtuosità degli amministratori e degli enti locali che dimostrano di gestire bene le risorse pubbliche. Chiediamo al governo di andare a tagliare dove – dati alla mano – si annidano inefficienze, sprechi e incapacità in tutti i gangli dell’amministrazione pubblica. Non è possibile chiedere ancora una volta e indistintamente a tutti i sindaci gli stessi sacrifici senza valutare nel merito chi ha già efficientato la macchina comunale rispetto a chi invece campa ancora di sprechi.»
Il primo cittadino di Roma Gianni Alemanno, invece, ha mostrato la sua preoccupazione per i possibili tagli non finalizzati a ridurre gli sprechi effettivi, ma potenzialmente dannosi per il bilancio comunale della Capitale.
«Ci aspettavamo più rispetto dall’esecutivo verso i Comuni che già hanno fatto tanti sacrifici. Siamo profondamente preoccupati perché se i tagli non vengono mirati agli sprechi, si rischia di colpire i servizi essenziali: noi abbiamo un bilancio difficilissimo e per Roma non siamo disponibili ad aumentare la tassazione perché già troppo alta.»