Una spending review da 30 miliardi di euro in tre anni: questo l?obiettivo del commissario Enrico Bondi, che ha annunciato come i tagli alla spesa pubblica si attueranno in tre tranche differenti portando a un risparmio pari a 5 miliardi entro il 2012, 12 entro il 2013 e 13 entro il 2014. Il primo traguardo è fondamentale, tuttavia, anche per scongiurare un nuovo aumento dell?Iva previsto per il prossimo 30 ottobre.
A far nascere non poche polemiche, inoltre, sono le linee guida attraverso le quali si snoderà la spending review, molte delle quali non trovano il favore delle parti sociali: il piano di Bondi si basa, infatti, sui tagli all?affitto e all?acquisto di beni e servizi da parte degli enti pubblici, ma anche sulla riduzione di Province, Ministeri e organico nelle amministrazioni pubbliche: tradotto in altri termini, significa che saranno effettuati tagli al fine di ridurre del 20% il numero dei dirigenti e del 10% quello degli impiegati nel pubblico impiego, unitamente all’avvio del trattamento pensionistico obbligatorio per chi è in esubero e ha alle spalle almeno 40 anni di contributi.
La spending review toccherà anche le tredicesime e i buoni pasto dei lavoratori statali, infatti è prevista una riduzione delle quote da 7,8 euro fino a 5,29 euro a svantaggio di circa 450 mila statali: solo con questa operazione il Governo riuscirebbe a riportare nelle casse dello stato 10 milioni di euro.
In vista di un tavolo con i sindacati, tuttavia, si sono già sollevate le proteste di alcune sigle che annunciano possibili mobilitazioni in tutta Italia, e anche c?è anche chi auspica un confronto costruttivo per evitare pesanti ripercussioni sul lavoro dei dipendenti pubblici, come da parte del capogruppo Pd nella commissione Lavoro Cesare Damiano:
«Per la spending review bisogna evitare colpi d’accetta a carico del lavoro dei pubblici dipendenti e della sanità, come è stato fatto per la riforma la previdenza. Vanno sempre trovate soluzione graduali e concertate con le parti sociali.»