Tra la Pubblica Amministrazione in Italia e la digitalizzazione dei processi di pagamento esiste ancora un forte divario: lo afferma uno studio effettuato dall’Osservatorio eGovernment del Politecnico di Milano in collaborazione con il consorzio bancario Cbi e promosso dall’Abi.
Le possibilità di versare tributi pubblici in modo semplice e usufruendo dei sistemi di pagamento online è una prerogativa a beneficio di pochi cittadini, tenendo conto della percentuale degli enti locali che consente agli utenti di effettuare versamenti online attraverso i portali Web delle varie amministrazioni, pari al 47%. Nella maggioranza dei casi, invece, i contribuenti devono ancora ricorrere ai tradizionali bollettini da pagare presso gli Uffici Postali.
La ricerca portata avanti dall’Osservatorio eGovernment, e relativa al 2011, illustra come non sia ancora possibile verificare le conseguenze degli investimenti effettuati nel corso degli anni a favore della digitalizzazione dei servizi nelle PA, come si legge nello studio:
«A fronte di un investimento totale pari a più di 750 milioni sostenuto negli ultimi 8 anni dalla pubblica amministrazione locale e centrale per migliorare la fruibilità dei propri servizi al cittadino e alle imprese, solo in alcuni casi sono stati raggiunti gli effetti desiderati, sia in termini di risparmi per la Pa sia di soddisfazione dell’utenza.»
È il presidente del consorzio Cbi Giovanni Sabatini, invece, a ribadire come da parte delle banche ci sia tutta la disponibilità possibile nel favorire i sistemi di pagamento digitali nelle Pubbliche Amministrazioni, provvedendo alla dematerializzazione dei processi tradizionali.
«L’industria bancaria crede fortemente nel processo di digitalizzazione quale fattore per il rilancio della competitività del tessuto economico italiano. Il settore bancario conferma il proprio impegno a sostegno del processo di digitalizzazione del Paese, nella consapevolezza che tutti i cittadini e le imprese ne trarrebbero valore.»