Novità importanti in arrivo per i cittadini della Regione Sardegna: il referendum che ha portato alle urne il popolo sardo nello scorso fine settimana ha infatti dato vita a esiti molto importanti, non senza polemiche. Dieci quesiti per i quali è stato raggiunto il quorum del 33,3%, percentuale che rende validi tutti i referendum “anticasta? e relativi all?abolizione delle Province.
A recarsi alle urne è stato il 35,5% dei sardi (525 mila votanti su 1 milione e 480 mila elettori), che ha decretato l?abolizione di quattro delle otto Province sarde, precisamente le più recenti: Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias. In questo caso il referendum era di tipo abrogativo, quindi il suo esito avrà effettivamente come conseguenza la cancellazione di queste quattro amministrazioni provinciali.
Una scelta che potrebbe non essere facile da mettere in pratica, tenendo conto dell?esistenza di amministrazioni, bilanci, patrimoni e lavoratori pubblici da ricollocare. Si ipotizza la nomina di quattro commissari liquidatori, forse gli stessi presidenti delle province abolite, al fine di agevolare la procedura di cancellazione.
Quattro referendum con quesiti abrogativi seguiti da un quinto quesito di consultazione, anche in questo caso relativo alle Province della Sardegna: ai cittadini è stato chiesto un parere riguardo la possibile abolizione delle quattro Province storiche, Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano. Quasi il 66% dei votanti ha affermato di essere favorevole alla loro abolizione, tuttavia il risultato non avrà alcun effetto diretto se non quello di illustrare il parere dei sardi.
Il sesto referendum, sempre consultivo, ha proposto la riscrittura dello Statuto della regione da parte di un?Assemblea costituente eletta direttamente dai cittadini della Sardegna: ha dato il suo parere positivo il 97% dei votanti, e in molti hanno anche detto si all?elezione diretta del Presidente della Regione, così come alla riduzione dei componenti del Consiglio regionale.
Gli elettori hanno votato anche a favore dell?abrogazione di una normativa regionale relativa alle competenze nella determinazione dei compensi dei consiglieri regionali, e nello stabilire un tetto massimo per le loro retribuzioni, mentre anche i consigli di amministrazione delle agenzie e degli enti strumentali della Regione potrebbero avere vita breve.