Il decreto liberalizzazioni ha introdotto importanti novità anche per quanto riguarda la tassa sulle barche: la Commissione ha infatti approvato l?emendamento che modifica l?imposta prevista dal Decreto Salva Italia, soprattutto in merito al?articolo 16.
La tassa sulle barche, infatti non sarà più considerata un?imposta sullo stazionamento ma sul possesso: così ha deciso la decima Commissione del Senato Industria, Commercio e Turismoa accogliendo la proposta emendamento presentata dal Senatore Luigi Grillo e Mauro Cutrufo del PdL.
La tassa di stazionamento per la nautica è stata modificata tenendo conto anche del parere di numerose associazioni del settore, come l?Ucina, e introduce alcune novità accennate dalla relatrice in aula Simona Vicari.
«Abbiamo sostituito la tassa di stazionamento con la tassa di possesso dell’imbarcazione per scongiurare il rischio di fuga dai nostri porti.»
Tre sono le misure introdotte dal nuovo emendamento: la tassa di possesso è obbligatoria per tutti i cittadini italiani che possiedono una barca immatricolata di dimensioni superiori ai 10 metri, indipendentemente dalla bandiera. L?imposta deve essere versata anche dai cittadini italiani che possiedono barche non ormeggiate nella penisola.
La tassa diventa inoltre annuale, si riduce del 50% e non è prevista per le barche di nuova immatricolazione per tutto il primo anno di vita. Gli importi variano a seconda delle dimensioni, da un minimo di 800 euro annuali per le metrature dai 10,1 metri fino a 12 metri, passando poi ad importi superiori e fino ai 25 mila euro per gli scafi superiori ai 64 metri.