Il Politecnico di Torino: gestire la complessità

di Stefano Gorla

12 Dicembre 2011 11:00

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E' il motivo ispiratore dell'ateneo il cui rettore, Francesco Profumo, è diventato ministro dell'Università. Continua il viaggio di Pubblicaamministrazione.net nelle "università al governo".

Il Politecnico di Torino è l’università che esprime, con il rettore Francesco Profumo, il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca. Ed è anche l’ateneo con cui continua il viaggio di Pubblicaamministrazione.net nelle “università al governo”, inziato con la Bocconi (l’università del premier Mario Monti) e proseguito con la Cattolica di Milano.

La carica di ministro che ora ricopre Francesco Profumo è incompatibile con quella di Rettore che ricopre dal 2005 e pertanto a breve saranno avviate le procedure per le elezioni della nuova guida dell’Ateneo.
Ai sensi dell‘art. 2.2 dello Statuto dell’Ateneo, il prof. Marco Gilli – Pro-Rettore – assume le funzioni di Rettore fino alle elezioni.

Storia

Il “Regio Politecnico” di Torino affonda le sue origini nella Scuola di Applicazione per gli Ingegneri, sorta con la Legge Casati nel 1859 e il Museo Industriale Italiano.

La prima apriva la ricerca e la formazione superiore agli studi tecnici; il secondo era rivolto più direttamente al contesto di un Paese che si apriva alla nuova realtà industriale.

Risale al 1986 la scuola per esperti della produzione industriale, che dal 2000 diventa Laurea.

Il Politecnico di Torino rappresenta una scuola d’elite, primo esempio di laurea “europea”, coordinata tra Atenei diversi: Athlone (Irlanda), Barcellona (Spagna) e Parigi (Francia).

Nel 2009 ha celebrato i 150 anni dalla fondazione.

In un mondo in continuo mutamento è responsabilità dell’istituzione universitaria il costante impegno ad interpretare il senso del suo agire, a declinare il suo finalismo in un coerente sistema di scelte, azioni e risultati che offrano una risposta efficace alle attese degli stakeholder. Ad ispirare l’azione formativa potremmo considerare la “Gestione della complessità e il Governo dell’incertezza”.

Quindi non solo pura tecnica quantificabile in un mondo sempre più complesso e con problemi tecnologici, ambientali, economici fra loro in stretta interconnessione.

Un’ulteriore complessità deriva dall’innovazione continua che richiede uno sforzo sinergico con il mondo imprenditoriale per alimentare un flusso costante di investimenti nella ricerca e nella progettazione.

Dalla complessità deriva l’incertezza di cui è importante acquisire la capacità di governo.  Per rispondere a questa “sfida” il Politecnico oltre alla trasmissione della conoscenza mira all’apprendimento della competenza del metodo di lavoro “critico”  valido per tutta la vita, che permetta ai futuri “costruttori” del domani di affrontare i mutevoli scenari economico-sociali del mondo contemporaneo.

Il Politecnico è oggi una Research University, dove formazione e ricerca si integrano e fanno sistema, per fornire una risposta concreta alle esigenze dell’economia, del territorio e soprattutto degli studenti. Attualmente due sono le strutture all’avanguardia che dimostrano l’efficienza e l’efficacia dell’assetto organizzativo e istituzionale:

  1. La “Cittadella Politecnica”, costitutita da un Campus dove convivono formazione, ricerca, servizi al territorio e agli studenti, finanza e attività culturali. Al suo interno si colloca il “Business Research Center”, in cui aziende di livello internazionale hanno stabilito i loro centri ricerca più all’avanguardia.
  2. Il Polo del Venture Capital per dare concrete possibilità di sviluppo alla ricerca.

Nella Cittadella le start-up dell’incubatore di imprese innovative I3P avviano il loro percorso: in 10 anni ben più di 100 nuove aziende hanno usufruito del supporto di questa realtà.

I numeri

Dall’anno accademico 2010/2011 la didattica e i corsi di laurea del Politecnico di Torino sono stati riorganizzati secondo quanto indicato nella riforma ministeriale.

Pertanto gli studenti iscritti dallo scorso anno accademico sono distribuiti in 28 nuove lauree triennali di Ingegneria, quattro nuove lauree triennali di Architettura, 25 lauree magistrali di Ingegneria e sette di Architettura. Ci sono inoltre 24 corsi di dottorato e 16 master. Nel complesso i percorsi formativi ammontano a 96 a cui accedono un totale di 29.300 stidenti.

Il 33% proviene da Regioni diverse dal Piemonte e il 12% sono “figli del mondo”. Per quanto attiene alla scelta le indagini compiute rivelano che al maggior parte considera il Politecnico una scuola seria, selettiva e talvolta “faticosa”, ma che premia il merito e offre le basi e le premesse per un futuro lavorativo di successo. L’80% dei laureati trova lavoro entro un anno dal conseguimento del titolo, una percentuale molto più elevata della media nazionale (62%).

Per gli iscritti prima dell’anno 2010/2011 sono sempre attivi corsi di laurea pre-riforma ad esaurimento che sono considerati equivalenti ai nuovi per classe di laurea e possibilità di impiego.

L’offerta formativa viene erogata oltre che a Torino, anche presso le sedi distaccate di Biella, Vercelli, Mondovì, Alessandria e Verres.

Per l’anno accademico 2010/2011 le matricole sono circa 4.800; nel 2009 circa 4mila studenti hanno conseguito il titolo di laurea o laurea specialistica.

Le ore annue di lezioni/esercitazioni/laboratori sono 170mila.

Lo staff è composto da più di 900 docenti/ricercatori e da 875 tecnici e amministrativi. Operano cinque Facoltà, una Scuola di Dottorato, 18 Dipartimenti, sette Centri di servizio.

Il Bilancio di Previsione 2010 è di 380 milioni di euro, cui il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca – M.I.U.R. – contribuisce con circa 1/3 delle entrate.

In base alle classifiche internazionali, il Politecnico figura al settimo posto in Europa per l’ingegneria (classifica Jiao Tong University) e al decimo in Italia per internazionalizzazione e studi tecnici (classifiche Vision e Censis).