Da qualche anno diverse università italiane propongono programmi accademici interamente in lingua inglese. In questo contesto di inserisce il progetto dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca rivolto in particolare agli studenti di giurisprudenza: il Bicocca’s Law In English. Non è un corso di laurea in inglese, ma un programma di lezioni, nella lingua di Shakesperae, rivolto a tutti gli studenti della Facoltà di Legge.
Si tratta di un ciclo di lezioni, che sono partite oggi e proseguiranno fino alla fine di dicembre, per poi riprendere da marzo a maggio. Lezioni di diritto, interamente in inglese, che permetteranno anche di ragionare di diritto in termini internazionali e comparatistici e partecipare a veri e propri laboratori sulle materie oggetto dell’insegnamento.
Sono sette le materie disponibili nell’ambito del progetto che gli studenti possono inserire nel piano di studio: Roman Law in a Comparative Perspective, International Law Cases (in due moduli con due diverse insegnanti), International Law Cases II, Introduction to Italian Criminal Procedure, Public International Law, International Tax Law, Comparative Civil Procedure e Advanced Constitutional Law.
Il tutto, con un approccio internazionale che non riguarda solo la lingua ma anche i contenuti. Lo sottolinea Barbara Biscotti, responsabile del progetto e professore aggregato di Diritto romano: «Insegnare in lingua inglese comporta un metodo diverso di ragionamento e, allo stesso tempo, impone una diversa metodologia di insegnamento, che assomiglia molto alla didattica laboratoriale. Insomma, gli studenti non si troveranno di fronte a semplici duplicati delle lezioni in italiano ma avranno la possibilità, grazie a questi insegnamenti, di capire meglio il diritto, aprendo una finestra su quanto succede oltre i confini nazionali ed andando direttamente alle radici concettuali del diritto stesso». Blie, l’acronimo di Bicocca’s Law in English, «è anche un gioco di parole perché nell’urban speaking, come contrazione di be like, significa “sentirsi di fare qualcosa”».
Saranno in inglese anche gli elaborati e gli esami finali. «Inizialmente – spiega Barbara Biscotti – pensavamo di mettere in piedi dei corsi per gli studenti Erasmus, poi ci siamo accorti che anche gli studenti italiani hanno voglia di seguire le lezioni in inglese, hanno fame di curricula sempre più competitivi, e così abbiamo dato vita al progetto Blie. L’internazionalizzazione è oggi la principale sfida per ogni programma educativo e soprattutto per la formazione professionale dei giovani studenti universitari».