Niente leggi speciali, ma «un accordo politico per varare nuove norme». Per esempio, applicando ai violenti di piazza le stesse regole degli ultrà negli stadi. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ieri ha riferito al Senato sugli scontri di sabato a Roma. E da una parte ha elogiato l’operato delle forze dell’ordine che hanno «impedito che ci scappasse il morto». Dall’altra ha presentato un articolato piano anti-violenze.
La possibilità di procedere in flagranza di reato anche a 48 ore dal fatto. Le tecnologie lo consentono, i filmati e le immagini forniscono l’istantanea del momento in cui il reato viene consumato, permettendo poi di ricercare e fermare il sospettato. L’esempio più calzante può essere quello del 24enne arrestato nella notte di lunedì riconosciuto come il ragazzo che sollevava l’estintore per gettarlo contro le forze dell’ordine.
Altra proposta di Maroni, la possibilità di «procedere a fermi e arresti di chi è solo sospettato di voler partecipare a violenze di piazza». Questo è un punto su cui in realtà vengono sollevate perplessità da parte delle opposizioni anche per motivi di compatibilità con le garanzie costituzionali.
Maroni annuncia anche l’intenzione di istituire per i cortei un provvedimento simile al Daspo, che significa divieto di accedere alle manifestazioni sportive e viene applicato agli ultrà degli stadi. In pratica, impedisce a chi si è reso colpevole di violenze di accedere alla manifestazione.
Presenta l’ipotesi di uno specifico reato associativo per chi semina violenza in piazza. E infine propone maggiori garanzie per le forze dell’ordine e l’idea di chiedere garanzie economiche agli organizzatori dei cortei per riparare a eventuali danni.
Questo il pacchetto di misure che verranno proposte già a partire dal consiglio dei ministri di venerdì. La situazione va affrontata di petto perchè, secondo il ministro Maroni, in vista rischia di esserci un autunno caldo. E bisogna impedire il ripetersi di situazione come quella di sabato a Roma, in cui «la cieca violenza di 3mila delinquenti incappucciati ha oscurato la protesta di migliaia di persone che volevano solo manifestare pacificamente». Riflettori accesi già sul prossimo fine settimana: uno dei leader no Tav, Alberto Perino, ha segnalato il pericolo di incidenti in occasione della manifestazione prevista domenica prossima in Val di Susa.
Il ministro ha anche fonrito una stima dei danni della manifestazione di sabato: cinque milioni di euro.