Sanità, Fouillouze: i vantaggi di investire nell’It

di Barbara Weisz

3 Ottobre 2011 11:30

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Migliora l'organizzazione di ospedali e aziende sanitarie, si riduce la possibilità di errori, si ottimizzano processi e costi. L'analisi di Ornella Fouillouze, amministratore delegato di Sysline, intervistata da Pubblicaamministrazione.net.

La cosa più interessante, per chi lavora nel campo della sanità, è che si possono «fare cose utili». Ornella Fouillouze è amministratore delegato di Sysline, azienda italiana leader nella consulenza e nelle soluzioni informatiche per il settore sanitario. E ha accettato di parlare con Pubblicaamministrazione.net dell’informatizzazione del settore sanitario, degli ostacoli che ancora ci sono in Italia, e delle opportunità che le soluzioni It possono offrire a ospedali e aziende sanitarie. E parte proprio sottolineando il fatto che «avere come clienti delle aziende ospedaliere porta a delle applicazioni di cui l’utilità è fuori discussione».

E questo è un aspetto positivo. «Quello, invece, negativo, è che le aziende fanno fatica a trovare spazi per crescere». Sysline è parte del gruppo GPI, oltre 700 persone che operano nell’It per la sanità e, sottolinea la Ceo, «riteniamo importante che questo settore mantenga livelli di investimento migliori, anche razionalizzando».

Nel settore della sanità, come in tutta la pubblica amministrazione, è in corso un processo di digitalizzazione che, spiega Fouillouze, è «sicuramente senza ritorno». Ma «come in molti settori, capita che le iniziative non decollino. Ad esempio, una classica situazione riguarda la sperimentazione. Chi propone una nuova tecnologia apre una nuova cartella, ottiene un finanziamento, comincia a lavorare con il nuovo strumento. Poi l’iniziativa rimane troppo isolata, non viene inserita organizzativamente nei processi dell’ospedale. E si abbandona. C’è il rischio di fare tante cose senza cogliere tutti i risultati positivi».

Si tratta soprattutto di un «problema di frammentazione. Credo che noi tutti abbiamo avuto grandi speranze sul piano sanitario al 2012, molto ambizioso, ha aperto prospettive interessanti. Poi però tante cose rimangono sulla carta. Ci troviamo sempre a vedere soluzioni un po’ locali». E anche qui, la manager propone un esempio concreto: «noi lavoriamo molto con gli ospedali, per i quali le soluzioni integrate sono quelle che permettono un grande vantaggio, anche in termini di sicurezza. Perchè è come se fossero nate intorno al paziente: infermieri, medici, operatori, caposala, usano tutti la stessa applicazione». Questo riduce parecchio qualsiasi possibilità di errore. Dunque, «più si va verso soluzioni integrate, più il processo viene tenuto sotto controllo. E va nella direzione di risparmiare risorse».

Altre soluzioni riguardano l’assistenza domiciliare: «si possono monitorare le malattie così da evitare che si trasformino in episodi acuti. C’è modo di curare pazienti a casa con opportune tecnologie. In questo modo gli episodi di pronto soccorso sono ridotti e il costo complessivo sia sociale che personale tende a ridursi». In genere, «l’assistenza domiciliare offre molteplici possibilità, dalla deospedalizzazione alla cura dei pazienti cronici, tutte cose che si possono fare da casa propria». E si fanno? «Dipende dai contesti. Ci sono effettivamente differenze da regione a regione».