Rincari dei mezzi pubblici e introduzione dell’addizionale Irpef. Sono le due misure approvate venerdì scorso dalla giunta comunale di Milano. E adesso sulla tassa sul reddito inizia un dibattito in consiglio che si preannuncia acceso, mentre lo stesso sindaco, Giuliano Pisapia, annuncia che la delibera «non è blindata», c’è ampia disponibilità a «discutere e condividere in aula tutti gli emendamenti migliorativi» e da domani inizieranno una serie di incontri con le parti sociali.
L’aumento del prezzo dei biglietti scatterà da settembre: passerà a un euro e mezzo (oggi costa 1 euro), ma aumenta la validità, dagli attuali 75 a 90 minuti. Resta invariato il prezzo dell’abbonamento annuale (330 euro), quello per gli studenti viene esteso a tutti i cittadini al di sotto dei 25 anni (quindi la discriminante diventà l’età e non l’iscrizione a una scuola o a un’universtà), mentre l’abbonamento è gratuito per chi ha più di 70 anni e un reddito Isee sotto i 16mila euro (il che significa il 50% dei milanesi in questa fascia di età).
E’ la prima volta da dieci anni che sale il costo di tram e metrò nella metropoli lombarda, che segue così l’esempio di altre città italiane, come Roma che ha a sua volta appena aumentato le tariffe del trasporto pubblico urbano. L’aumento, ha spiegato Pierfrancesco Maran, assessore alla Mobilità, «era già stato preventivato nel bilancio della precedente giunta. Noi ne abbiamo deciso l’applicazione, così come avvenuto in altre città, anche per rispondere ad un obbligo di legge che ci impone di incrementare la tariffa almeno del 20%, pena forti sanzioni».
Quanto all’Irpef, su cui come detto adesso ci sarà il dibattito in aula, la giunta ha approvato l’introduzione per il 2011 dell’addizionale pari allo 0,2%, solo per i redditi superiori ai 26mila euro. Non sarà quindi applicata a quelli più bassi di questa cifra, che secondo Palazzo Marino significa che non saranno tenuti a pagare il 60% dei milanesi. Il Comune si attende un gettito intorno ai 41 milioni di euro. «Si tratta dell’addizionale Irpef più bassa d’Italia e dell’esenzione più alta d’Italia» ha voluto precisare il sindaco Giuliano Pisapia, spiegando che la misura è necessaria per rispettare il Patto di Stabilità, che altrimenti avrebbe comportato un taglio dei servizi essenziali. Se non lo rispettassimo, ha spiegato Bruno Tabacci, assessore al Bilancio, «ci sarebbe una riduzione dei trasferimenti statali per 90 milioni di euro e l’obbligo di ridurre la spesa corrente consolidata per 353 milioni nel 2012».