Manovra finanziaria 2011, obiettivo: arrivare all’approvazione del Senato già domani e alla Camera entro venerdì. A questo stanno lavorando governo, maggioranza e opposizioni e più in particolare verranno accolti solo pochi emendamenti condivisi per velocizzare l’iter.
Per lo stesso motivo il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ieri ha lasciato in anticipo i lavori all’Ecofin per tornare velocemente ad occuparsi della manovra e cercare di arginare la tempesta economico-finanziaria che ha investito l’Europa intera.
A richiamare un impegno bipartisan è stato nei giorni scorsi lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, unitamente a Silvio Berlusconi che si è unito all’appello alla “coesione nazionale” e ha sottolineato quanto il governo sia «stabile e forte» a chi, come il Pd, minaccia di chiedere le dimissioni dopo l’approvazione della manovra.
I temi che hanno suscitato le maggiori polemiche sono quelli riguardanti il blocco alla rivalutazione delle pensioni con importi tra tre e cinque volte il minimo Inps (476 euro al mese), i nuovi tagli a sanità ed enti locali, oltre che gli aumenti fino a 380 euro del bollo sui conti titoli.
Potrebbe inoltre essere istituita una struttura di controllo sui fondi strutturali europei che sarebbe capeggiata da Berlusconi e vedrebbe la partecipazione dei ministri Tremonti (Economia), Romani (Sviluppo Economico), Fitto (Affari), Sacconi (Welfare) e Gelmini (Istruzione).
Gli emendamenti saranno proposti sia il centrodestra che il centrosinistra, lasciando aperto il dialogo per raggiungere un accordo unitario e rapido. In particolare il Pdl, spiegano Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, presenterà cinque emendamenti volti ad «assicurare alla manovra maggiore equità senza per questo perdere di vista il rigore necessario per rispondere all’attacco speculativo al quale è stato sottoposto il Paese».