Tutte le attività della pubblica amministrazione regionale in Puglia saranno realizzati utilizzando software libero da licenze. È quanto prevede il ddl approvato dalla giunta guidata da Nichi Vendola, che ora passa all’esame del Consiglio. Un provvedimento che, quando sarà a regime, consentirà alla regione un risparmio intorno al milione di euro all’anno. E che prevede anche premialità alle imprese e un piano triennale di ricerca in tema di opensource.
Il ddl “Norme su software libero, accessibilità di dati e documenti ed hardware documentato” si compone di 19 articoli che contengono le linee guida per accompagnare l’amministrazione regionale verso l’utilizzo di programmi e strumenti open source, che saranno anche messi a disposizione di tutti i cittadini, cosi’ come, nel caso di software autoprodotto, verrà reso pubblico il codice in modo da consentire lo sviluppo, le modiche e cosi’ via.
A utilizzare il software libero saranno gli uffici della regione, le agenzie, gli enti, società e consorzi controllati o partecipati, e poi via via si prevede l’estensione anche alle imprese che partecipano alle gare regionali, alle scuole, alla cittadinanza. C’è anche l’attivazione di un fondo da 150 mila euro da destinare alla ricerca e alla formazione, coinvolgendo anche imprese, distretti e università.
Il risparmio sul costo delle licenze in uso è stimato intorno al milione all’anno. A questo, sottolinea la regione, si aggiungono «le opportunità di business nel campo della formazione e del supporto, ma anche nella personalizzazione dei software e nella creazione di prodotti compatibili», e questo significa ad esempio che si aprono “possibilità inesplorate” per le piccole imprese che operano nel settore dell’informatica.
Il piano triennale contenuto nel ddl dovrà anche indicare quali sono i software non liberi utilizzati dalla regione, con un’analisi che ne valuti la sostituzione con software libero.
Tutto questo succede dopo che nel dicembre scorso la stessa Regione Puglia ha stipulato un accordo con Microsoft, che fra le altre cose ha previsto la creazione di un Centro di competenza per la sperimentazione di tecnologie a servizio della pubblica amministrazione.
Proprio da quella firma sono partite una serie di critiche, capitanate dall’Associazione per il Software libero, che scrisse anche una lettera aperta all’amministrazione. E il Pd ha a sua volta presentato una proposta di legge in materia.
Il ddl approvato dalla giunta non prevede l’abolizione del protocollo siglato con Microsoft. Secondo Nicola Frantoianni, assessore alla Trasparenza e Comunicazione, la nuova norma da vita a «un meccanismo virtuoso» che fra gli effetti ha quello di promuovere «la crescita e il miglioramento dei prodotti» mentre «per le piccole e micro imprese si apre uno scenario di grandi occasioni”. Nichi Vendola sottolinea che “il software libero è una possibilità importante per le Amministrazioni e per i cittadini».