L’Italia è ai primi posti nell’Unione Europea per disponibilità di servizi della pubblica ammministrazione online. Ma il problema è che i cittadini questi servizi li usano poco, Molto meno della media europa. A rilevarlo, è il report della Commissione Europea nell’ambito della Digital Agenda 2020. In termini di utilizzo della Pa online da parte dei cittadini, l’Italia si piazza al quintultimo posto, davanti solo a Croazia, Grecia, Turchia e Romania.
In media, solo il 22,7% della popolazione interagisce online con la pubblica amministrazione, contro una media dei 27 paesi dell’Unione pari al 41,2%. Ancora più bassi i dati relativi all’invio di moduli digitali alla Pa, nonostante la Pec, la firma elettronica digitale. Anche in questo caso, siamo quintultimi in Europa, con un utilizzo pari al 7,5$, contro una media del 21%.
Vanno un pò meglio le cose in materia di servizi per le aziende. L’83,7% delle società interagisce online con il settore pubblico, e qui siamo sopra la media europea che è al 75,7%. Ma anche in questo caso non mancano le ombre, relative all’invio di documenti: solo il 50,7% si serve dei form digitali, contro una media europea pari al 60,3%. E sono poco usati anche i servizi di e-procurement, 10.3% contro una media del 12,5%.
In sintesi, pur a fronte di una notevole offerta di servizi online da parte della Pa (siamo fra i paesi più vituosi per la disponibilità di servizi online sia alle imprese che ai cittadini), per di più molto ben pubblicizzati da parte del ministero dell’Innovazione, che dei passi avanti compiuti in questi anni si fa un vanto, gli italiani rispondono con scarso entusiasmo.