Il Rapporto sulle retribuzioni contrattuali realizzato dall’ISTAT con Periodo di riferimento Aprile 2011 evidenzia un Italia ancora in crisi. In particolare un paese dove, dove un giovane impiega 3-5 anni di lavoro per riuscirre a guadagnare 1.000 euro. e la crescita dei salari non segna variazioni rispetto al mese precedente.
Nello specifico rispetto alla precedente rilevazione del mese di aprile si evidenzia solo un +0,1%, con un incremento annuale dell’1,8%, ovvero un rialzo tendenziale delle retribuzioni non ha seguito quello dei prezzi al consumo, costringendo molte famiglie in una situazione di forte difficoltà finanziaria.
Il comparto della pubblica amministrazione è quello che ha registrato l’incremento minore, dove i ministeri, la scuola, le regioni e autonomie locali, e il servizio sanitario nazionale, hanno ottenuto solo un +0,3%.
Inoltre “a partire da gennaio 2010 tutti i contratti della pubblica amministrazione sono scaduti e rimarranno tali in ottemperanza alle disposizioni della legge 122/2010 all’art. 9 comma 7 che stabilisce il blocco delle procedure contrattuali e negoziali relative al triennio 2010-2012″.
Sul territorio nazionale non c’è ancora una parità tra i sessi, con le le donne che guadagnano il 20% in meno rispetto allo stipendio dei colleghi maschi. In particolare sono 1.131 gli euro mensili che spettano alle rappresentanti dell’universo rosa, contro i 1.407 euro dell’altro sesso.
Il lato positivo, in questo senso, è che le retribuzioni delle donne hanno evidenziato una maggiore crescite, passando da 1.080 a 1.131 euro (+4,7%), mentre quelle degli uomini sono passate da 1.361 a 1.407 euro mensili (+3,7%).