Banda larga: un’asta da 2,4 miliardi di euro, la più grande mai fatta in Italia. Il Garante delle Comunicazioni ha approvato le regole e le procedure con cui verranno riassegnate agli operatori di telefonia le frequenze liberate dalle tv passate al digitale terrestre. Si tratta di quasi 300 megahertz di banda.
Si tratta di un passo avanti verso un’asta che il presidente dell’Agcom Corrado Calabrò ha definito «senza precedenti», aggiungendo che «consentirà all’Italia di consolidare la leadership europea nella banda larga mobile mettendo a disposizione degli operatori un’ampia dotazione di risorse» che permetterà loro di rispondere alla necessità di una maggiore capacità per le reti mobili e per i nuovi servizi derivanti dalla diffusione di palmari e tablet. Per gli utenti finali, ha specificato Calabrò, sarà possibile «avere accesso a internet in banda larga mobile con velocità fino a 100 Mbit».
«Il mio auspicio è che siano previsti ulteriori incentivi per l’anticipazione della liberazione delle frequenze da parte delle emittenti televisive private» ha concluso il Garante segnalando quello che resta al momento uno degli ostacoli ancora rimasti sulla strada dell’assegnazione.
Il problema è che le frequenze a 800 MHz sono ancora controllate dalle tv locali che per liberarle chiedono un incentivo economico di 720 milioni di euro, una cifra ben maggiore rispetto ai 240 milioni offerti dal governo. Questo è dunque un primo nodo da sciogliere (fra l’altro, non l’unico, ci sono altre frequenze in assegnazione ancora da liberare).
Dunque, l’identificazione delle regole è un primo passo ma la strada verso l’asta non è certo tutta in discesa. Il provvedimento dell’Autorità Garante delle tlc verrà ora trasmesso a un apposito Comitato dei ministri, che si è recentemente formato (ne fanno parte i titolari dell’Economia, Giulio Tremonti, delle Attività Produttive, Paolo Romani e della Difesa, Ignazio La Russa).
L’asta pone le condizioni per l’ingresso sul mercato di nuovi competitor prevedendo, fra l’altro, un tetto di 25 MHz assegnabile a ciascun concorrente fra le bande a 800 e 900 Mhz. Per quelle a 800 Mhz (le più contese ma anche le più pregiate) c’è l’obbligo per gli operatori di una copertura del 75% in cinque anni nei comuni sotto i 3mila abitanti.