Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 109 del 12 maggio 2011 il decreto interministeriale dello Sviluppo economico e dell’Ambiente intitolato “Incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici” approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 5 maggio. A questo punto gli incentivi al settore del fotovoltaico dovrebbero rimanere in vigore per alcuni anni, evitando di gettare nuovamente le imprese del comparto nell’incertezza, come avvenuto con lo stop al Terzo Conto Energia.
A fronte delle novità introdotte con il Quarto Conto Energia le aziende stanno rivedendo i propri progetti di investimento e in molte si stanno orientando sugli impianti di piccola taglia e potenza (al di sotto dei 200 kilowatt per quelli a terra in regime di scambio sul posto e sotto 1 megawatt per quelli sui tetti) meno penalizzati di quelli di grandi dimensioni anche sul fronte degli iter autorizzativi.
Per i grandi impianti, invece, è previsto che le imprese si iscrivano al nuovo registro dei grandi impianti, seguendo le regole che verranno pubblicate online dal Gestore servizi energetici (Gse) lunedì prossimo (16 maggio). Da questo elenco verrà stilata una graduatoria dei parchi fotovoltaici sulla base della quale verranno assegnati gli incentivi pubblici.
Le novità sul Qarto Conto Energia saranno oggetto mercoledì 18 maggio 2011 del convegno gratuito “Il fotovoltaico in Italia: quale futuro dopo il Quarto Conto Energia?” organizzato da MCE – Mostra Convegno ExpoComfort e Energy & Strategy Grooup della School of Management del Politecnico di Milano presso Fiera di Milano (Auditorium Stella Polare). Un’occasione per «approfondire gli aspetti più innovativi della nuova normativa di incentivi con associazioni, istituzioni, enti e operatori del settore», tra le domande a cui si cercherà di trovare una risposta «Quale sarà il futuro delle rinnovabili in Italia? Sono sufficienti gli incentivi?», spiegano gli organizzatori.
In questi giorni, infine, è arrivata anche la sentenza n.165 della Corte Costituzionale che ha accolto parte dei ricorsi presentati da Toscana, Puglia e Provincia di Trento, bocciando una parte del decreto sulle misure urgenti in materia di energia. In sostanza il Governo non può in alcun modo far ricorso a poteri sostitutivi e diventa obbligatorio il parere delle Regioni per la trasmissione, distribuzione e produzione di energia e delle fonti energetiche che rivestono carattere strategico nazionale.