Le aziende sono in crisi e le pubbliche amministrazioni non agevolano di certo il compito di far quadrare i conti economici. Solitamente infatti i pagamenti delle PA in seguito alla concessione di appalti alle imprese risultano estremamente lenti, tanto da far rinunciare ai lavori e nella peggiore delle ipotesi tanto da costringere le aziende alla chiusura.
Da una rilevazione realizzata da Fondazione Impresa risulta infatti che, mentre nel mondo privato i pagamenti arrivano dopo circa 47 giorni, nei rapporti con la PA i tempi medi si allungano a quasi 94 giorni. Una piaga che riguarda tutte le Amministrazioni Pubbliche senza eccezioni.
Nello specifico l’analisi sul campione di circa 1.200 piccole imprese ha evidenziato come le più penalizzate siano proprio le aziende di minori dimensioni, il cui volume d’affari deriva in gran parte dagli incarichi ottenuti dalla fitta rete di enti pubblici. Ma proprio per le Pmi il tempo medio di pagamento raggiunge la strabiliante quota di 128,8 giorni. Segue l’artigianato con 108,5 giorni, i servizi con 80,6 giorni e il commercio con 52,1 giorni.
Un record negativo rispetto alla maggior parte dei paesi europei, che addirittura peggiora di 13 giorni il già triste risultato del 2009. I maggiori ritardi si registrano al Sud e nelle Isole, che guidano con 105 giorni, seguiti dal Centro (92,7 giorni), dal Nordovest (87,7 giorni) e dal Nordest (78,8 giorni).
Non deve stupire quindi che solo l’11,5% delle imprese intervistate opera con soggetti pubbliche, visto che già la situazione legata alla liquidità ed all’accesso al credito risulta estremamente critica.
L’auspicio – sostiene Fondazione Impresa – è che gli interventi dell’Unione Europea, con la direttiva 2011/7/UE dello scorso 16 febbraio e l’adozione della nuova figura di Mister PMI, e dello Stato, con lo Statuto delle Imprese, conducano la lotta contro i ritardi dei pagamenti a buon fine, consentendo alle imprese di non esporsi ingiustamente e di poter disporre della liquidità necessaria, anche per gli investimenti.
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