La pubblica amministrazione è particolarmente efficiente nel Nord Europa, registra un buon livello e un trend di miglioramento nell’Europa centro settentrionale, mentre l’Italia è poco sotto la sufficienza. A rilevarlo è uno studio di Unioncamere Veneto, in collaborazione con il Centro studi Sintesi, che ha analizzato l’andamento delle pubbliche amministrazioni in termini di efficienza, sostenibilità e qualità del servizio dal 2004 al 2009 nei 27 paesi Ue.
È poi stata compilata una classifica che sintetizza il risultato in un un voto, dove 3 è il punteggio minimo e 10 il massimo. Risultato: sul podio ci sono, nell’ordine, Svezia, Danimarca e Lussemburgo. L’Italia è nella seconda metà della classifica, al 19esimo posto, preceduta da Cipro e Spagna e seguita da Malta.
In generale, lo studio evidenzia come la crisi si sia fatta sentire parecchio anche sulle pubbliche amministrazioni: mentre dal 2004 al 2008 si registra un graduale miglioramento, dopo questa data “la tendenza si è invertita, segnando un’evoluzione negativa che probabilmente proseguirà con i dati del 2010″.
In diversi casi, ad esempio quello italiano, la performance del 2009 è inferiore a quella della media registrata fra il 2004 e il 2009. Comunque tutti i paesi negli anni della crisi, 2008 e 2009, “hanno peggiorato la propria sostenibilità economica senza nessuna eccezione”.
Un altro elemento che emerge è rappresentato dai buoni risultati di paesi come la Slovenia, 11esima, la Repubblica Ceca e l’Estonia (entrambe al sedicesimo posto). Per dare un’idea dei parametri, il voto della Svezia, prima in classifica, è pari a 9,6, con una media fra il 2004 e il 2009 di 9,5. L’Italia è invece a 5,7, risultato che fotografa una scarsa capacità di gestire con efficacia le proprie risorse, pur avendo “una potenzialità di fondo che non viene sfruttata”.
La top ten dopo i primi tre classificati prosegue con Finlandia, Olanda, Germania, Regno Unito, Belgio, Austria, Francia. I fanalini di coda sono, partendo dal basso, Grecia, Romania e Lettonia.