Dal prossimo 1° giugno entrerà in vigore Sistri, il nuovo sistema per il controllo elettronico della tracciabilità dei rifiuti speciali e per quelli pericolosi su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione a quelli solidi urbani nella regione Campania.
L’avvio a regime del sistema, che è in rodaggio da oltre un anno, è stato confermato dallo stesso ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo in una conferenza stampa presso la sede dell’azienda appaltatrice per la realizzazione del sistema di controllo, la Selex SeMa (Gruppo Finmeccanica).
Non tutti favorevoli i pareri su questa innovazione, come le imprese che hanno vissuto quasi come un incuboil doversi mettere in regola con le nuove disposizioni a causa dei problemi con le consegne delle black box e delle chiavi Usb, sistemi sui quali è basato Sistri.
La spesa pubblica per l’operazione si è aggirata sui 5 milioni di euro, ma il ministro Prestigiacomo ha assicurato che i costi futuri saranno a carico degli utenti, ovvero dele 300 mila imprese coinvolte nel produzione dei rifiuti ritenuti “speciali” (l’80% del totale dei rifiuti protetti nel nostro Paese). A queste si aggiungono le 22 mila imprese adibite al trasporto degli stessi, anch’esse obbligate da giugno ad utilizzare Sistri.
Finora si parla di una quota versata dalle imprese di 140 milioni di euro per dare via al nuovo sistema che consentirà loro di ridurre la spesa di smaltimento dei rifiuti di ben il 70-80%.
Ma ovviamente il vantaggio principale rappresentato dall’entrata in vigore del Sistri è la possibilità di tenere costantemente traccia del percorso compiuto dai rifiuti intercettando eventuali violazioni praticamente in tempo reale.
Vita breve quindi per le cosiddette “eco-mafie“: la sala controllo della Selex, i carabinieri e presto anche la polizia, monitoreranno aziende e trasportatori, oltre alle discariche dove sono state installate telecamere di controllo.
Tra le voci contrarie anche quella delle aziende che hanno presentato ricorso per l’assegnazione del Sistri alla Selex senza gara d’appalto e a maggio si presenteranno di fronte al Tar del Lazio.