L’università di Camerino e la telemedicina

di Stefano Pierini

16 Febbraio 2011 09:00

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L?esempio eccellente dell'esperienza formativa a livello universitario nel settore dell'e-health dell'università di Camerino.

Il contesto

Le Marche nel settore sanitario detengono il terzo posto, a livello nazionale, per la spesa pro capite. Nel Case-history “La telemedicina nelle Marche” abbiamo visto un esempio di piattaforme di e-learning per la formazione continua degli operatori nei settori della Ricerca, della Sanità. Ma è possibile anche un efficace e qualificato sviluppo della telemedicina se le competenze, in essa necessarie e coordinate da un centro studi e ricerche universitario, fanno parte integrante di profili professionali standard, conoscenze certificate e formazione continua del personale preposto all’utilizzo della strumentazione.

A livello comunitario l’attenzione è stata posta principalmente sulla sicurezza dei dati, sul rispetto della privacy, mentre non esistono normative in merito al tipo di qualificazione professionale che deve avere chi si avvale degli strumenti della telemedicina. Pertanto risultano particolarmente significative le iniziative formative promosse in ambito accademico anche come stimolo a delineare un percorso formativo europeo condiviso.

Camerino è un piccolo comune di poco più di 7500 abitanti ma è grande per la sua cultura. Sede universitaria dal 1200, essa ha recentemente adottato un’innovativa riorganizzazione dell’erogazione del sapere accademico, facendo da apripista ad un futuro modello di università, più rispondente alle nuove esigenze di ricerca e didattica con un’indispensabile sostenibilità economica. Con il nuovo statuto infatti le Facoltà e i Dipartimenti sono stati trasformati in sette Scuole di Ateneo, tra le quali quella di Scienze del Farmaco e dei prodotti della salute per la formazione in telemedicina. Le altre sono Architettura e design, Bioscienze e biotecnologie, Scienze ambientali, Scienze e tecnologie, Scienze mediche veterinarie e Giurisprudenza, tutte con autonomia scientifica, didattica, organizzativa, finanziaria, gestionale e contabile.

L’Agenda Digitale Europea definisce lo sviluppo di quest’ultima “una grande opportunità per migliorare l’assistenza sanitaria anche nei paesi in via di sviluppo”, aprendo la possibilità di avere teleconsulti e servizi specialistici in remoto. In quest’ottica risulta determinante che l’apprendimento diventi un’azione di sistema e non una proposta estemporanea. Si rendono quindi necessari nuovi operatori professionali con competenze che vanno dalla gestione organizzativa dei servizi sanitari telematici, all’arricchimento di competenze informatiche del personale sanitario ai vari livelli di assistenza.

A livello europeo solo l’Inghilterra e l’Italia hanno una consolidata tradizione formativa a livello universitario nel settore dell’e-health. Citiamo l’Università di Pisa (master di II livello in Telemedicina) e di Firenze ( master di I livello in e-Medicine), più alcune iniziative di teledidattica applicata alla medicina a Bari e Catania. Ma è Camerino il fiore all’occhiello con il suo programma didattico articolato e pluritarget e gli ottimi risultati sul fronte dell’occupabilità: i suoi laureati riescono a trovare un lavoro in poco più di 6 mesi dalla laurea.