Giornalisti, turisti e diplomatici che si trovano in Egitto, in questi minuti, stanno iniziando a ricevere le email arretrate dei giorni precedenti. La rete Internet ha ripreso a funzionare. L’ufficialità della notizia ancora non c’è, poiché potrebbe trattarsi di un ricollegamento parziale. Fatto sta che ora, molti dei siti che erano stati oscurati, giornali locali, blog e portali generalisti, sono ricomparsi online.
Durante questi giorni di buio digitale, agli attivisti sono tornati molto utili i vecchi modem analogici a 56K, messi in funzione attraverso una linea telefonica di un network francese. Anche Google e Twitter si sono dati da fare per mettere a disposizione degli oppositori egiziani un sistema che consenta di inviare tweet, aggirando Internet.
Finora, l?obiettivo perseguito dal Governo di Moubarak era stato quello di impedire che la Rete fosse utilizzata quale strumento di mobilitazione nel Paese e quale mezzo di informazione indipendente idoneo a diffondere su scala globale notizie che sconvenienti sull’operato del Governo.
Neanche in Birmania, in Iran, in Cina, a Cuba, i regimi autoritari avevano mai osato tanto. La disattivazione di Internet e della rete di telefonia mobile farà ricordare sicuramente la rivoluzione egiziana come uno dei momenti più bui nella storia della Rete. A dimostrazione del potere che l’Egitto è in grado di esercitare anche fuori dai confini della sua nazione, il ministro per le comunicazioni Anas al-Fikki ha ordinato addirittura la sospensione delle trasmissioni di Al Jazeera, cancellando le licenze e ritirando gli accrediti a tutto lo staff. Nilesat, il satellite utilizzato dall’emittente del Qatar è infatti di proprietà della Egyptian Radio and Television Union, ma una piccola parte è anche della Arab Organization for Industrialization (AOC), diretta da proprio da Mubarak.
A breve si saprà se la riattivazione delle comunicazioni è un passo indietro e una resa del premier egiziano oppure si tratta di un forzato passaggio di consegne tra i collaboratori del governo e chi rappresenterà il futuro del paese. Per la cronaca, in questo momento, dopo che il governo egiziano ha ordinato di sospendere i treni in tutto l’Egitto per fermare le proteste, ad essere arrivati anche a piedi al Cairo, sono più di due milioni di persone.