Il dominio Internet “indignati.org? è stato registrato solo due giorni fa ed è già diventato il ritrovo virtuale di tutti i navigatori che, in un modo o nell’altro, s’impegneranno in una protesta su Internet e davanti al Quirinale, domani, armati di fischietto.
La causa scatenante del tam tam, partito immancabilmente da Facebook e quindi allargato al resto del web, è stata la notizia del coinvolgimento del premier Silvio Berlusconi nel processo del cosiddetto “caso Ruby“. A coordinare l’indignazione virtuale, è stato Gianfranco Mascia, blogger del “Fatto Quotidiano” e già fondatore dei comitati BOBI (Boicotta il Biscione) nel 1993, all’epoca della discesa in politica di Silvio Berlusconi.
Dopo la creazione del sito, del gruppo su Facebook e della casella di posta siamoindignati@gmail.com, per segnalare iniziative analoghe in tutta Italia, il movimento delle tre “I” (Italiani, Ignorati… ora Indignati) si è dato appuntamento questa sera alle 20, davanti al Quirinale. «Non perdere tempo – si legge sul sito – rischi di perdere la libertà. Passaparola. E porta un fischietto per far sentire la tua voce. E chi non è a Roma? – continua l’appello online – Mostri la sua indignazione in gruppo o da solo e mandi foto e video!».
Poi, la richiesta di traduzione per il testo: «C?è un’Italia diversa, che non ci sta, indignata dal degrado in cui in presidente del consiglio sta trascinando il Paese», praticamente un’esortazione alla diffusione del messaggio, affinché venga letto anche dai media stranieri e dai navigatori non di lingua italiana.
Eppure, nonostante le molte adesioni all’iniziativa, compresa quella tempestiva dell’Italia dei Valori, il popolo degli indignati dovrà fare i conti con un Presidente della Repubblica già infastidito dalla rapidissima e capillare diffusione degli atti di indagine. Proprio ieri, in seguito alla diffusione delle notizie sul caso Ruby, Napolitano ha invitato tutti alla calma attraverso una nota del Quirinale.