Il Comune di Milano ha attivato un punto di accesso wireless ad Internet nel palazzo dell’Anagrafe. Il collegamento gratuito è possibile inserendo il proprio numero di telefono nella schermata, che si attiva con la prima connessione alla WiFi comunale, e utilizzando la password ricevuta via sms (procedura necessaria una volta soltanto).
«Credo che il nostro sia un buon esempio – ha spiegato l’assessore ai Servizi Civici, Stefano Pillitteri – e mi auguro sia presto seguito anche da altri. In questi anni – ha aggiunto – siamo riusciti ad abbattere le code del 40 per cento e oggi i tempi di attesa all’Anagrafe sono intorno ai venti minuti: una connessione gratuita di un’ora è quindi sufficiente per consentire ai nostri cittadini di navigare mentre attendono il loro turno».
Il prossimo passo del Comune di Milano è quella di riunire tutte le reti senza fili in centro attraverso un sistema modulare. L’Atm ha già presentato al sindaco Letizia Moratti il piano concordato con la direzione generale e in particolare con Christian Malangone, direttore Facility Management del Comune. Le reti che verranno messe insieme sono quella dell’Atm, del Sistema controllo traffico e territorio Sctt, di Campus 2, e in un prossimo futuro anche Metroweb con cui l’amministrazione comunale sta rivedendo gli accordi per l’utilizzo della fibra.
L’estensione riguarderà sia i locali aperti, sia quelli al chiuso. Il progetto è, infatti, ambiziosissimo, poiché si tratterà di collegare i 220 edifici comunali e le 480 scuole della città, che dovrebbero essere cablate entro autunno. I problemi principali da risolvere durante la fase di sperimentazione, che durerà circa sei mesi, sono quelli relativi alla mobilità e all’hand over, cioè la possibilità (che in realtà è un’esigenza) di potersi muovere all’interno della zona di copertura multipla, senza essere costretti ad interrompere e riaprire la propria sessione di lavoro qualora si finisca nel range wireless di un’antenna diversa da quella di provenienza.
La modularità presuppone la facoltà di aggiungere reti su reti, caratteristica questa che consentirebbe al Comune di abbattere enormemente i costi e di valutare l’eventuale inserimento delle reti dei privati (sul modello della rete Fon, ora legalizzata). Lo stanziamento previsto è di 250mila euro e dovrebbe essere sufficiente a portare a termine la prima fase della sperimentazione.