Il servizio Saet: una valutazione ex-post

di Alessia Valentini

27 Ottobre 2010 09:00

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A poco più di un anno dalla nascita, vediamo quali sono i risultati ottenuti dal Servizio Anticorruzione e Trasparenza voluto dal ministro Renato Brunetta

All’inizio del mandato come ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta aveva preannunciato una serie di iniziative concrete volte a migliorare significativamente la Pubblica Amministrazione dall’interno; fra queste spiccava la creazione del Servizio Anticorruzione e Trasparenza (S.A.e.T.) descritto estensivamente a livello normativo e organizzativo e anche su pubblicaamministrazione.net. A distanza di poco più di un anno è interessante analizzare e valutare gli interventi effettuati ed i risultati ottenuti grazie agli accordi con altri enti e onlus e alla disponibilità dei dati di monitoraggio e dei reati pubblicati sul sito Saet.

Rapporto di cittadinanza attiva sulla trasparenza nella PA

È intitolato “I cittadini e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche” ed è il risultato dell’accordo siglato nel 2009 fra il SAeT, il Servizio Anticorruzione e Trasparenza del Dipartimento della Funzione Pubblica, e la onlus cittadinanzaattiva che rappresenta il movimento di partecipazione civica sul territorio nazionale ed europeo per la promozione e la tutela dei diritti dei cittadini e dei consumatori. Il rapporto, pubblicato anche sul sito del ministero per l’innovazione, presenta una visuale prospettica sullo stato della trasparenza nelle PA come primo mezzo di contrasto alla corruzione, fornito dagli utenti del servizio che così applicano concretamente il principio democratico del controllo civico sulle istituzioni. I centri di raccolta di cittadinanza attiva sul territorio sono costituiti dai PiT locali, mentre l’anno di riferimento è il 2008. I dati non sono molto confortanti; infatti, su 800 segnalazioni recepite, la trasparenza manca nel 74% dei casi, presso gli uffici pubblici dedicati ad appalti e nel settore della giustizia, per il 26% riguarda i servizi pubblici locali in relazione alla composizione delle tariffe e la determinazione dei costi dei servizi nel servizio idrico integrato, nello smaltimento dei rifiuti, nei tributi locali, negli appalti e, infine, negli asili nido. La mancanza di trasparenza provoca disservizi verso i cittadini poiché la metà delle segnalazioni riguarda la contestazione di multe e l’invio di cartelle pazze del fisco; altri casi riguardano difficoltà nella gestione di pratiche amministrative, ad esempio, perché l’autocertificazione risulta di difficile applicazione (24%) e nei settori welfare di “bonus sociali” (13%), sicurezza di case popolari e scuole (9%) e giustizia (8%). Infine, un dato importante da tenere in debito conto è il costo che la mal amministrazione ha causato al paese: 1,4 miliardi di euro nel 2008.

Relazione sul primo anno di vita del SaeT

Come previsto dall’iniziale pianificazione delle attività del Saet, il ministro Brunetta nel novembre 2009 ha illustrato al Parlamento la relazione sul primo anno di vita del servizio. Gli interventi sono stati divisi fra quelli sviluppati nell’ambito nazionale e quelli attuati al di fuori. In Italia sono stati sviluppati diversi progetti con cittadinanzaattiva e Transparency International per elaborare e diffondere pratiche utili a migliorare gli standard di trasparenza e accountability delle istituzioni pubbliche. Insieme ad ANCI, Transparency e l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture sono state intensificate le attività contro le frodi comunitarie e quelle in materia di appalti. Grazie alla collaborazione con gli Enti Locali, alcune aziende sanitarie sono state chiuse per infiltrazione mafiosa e infine sono stati sottoscritti 17 protocolli di collaborazione.