Il Consiglio dei ministri si è riunito a Palazzo Chigi nella tarda mattinata di venerdì. Il tema centrale era l’emergenza rifiuti in Campania ma, tra le proposte avanzate dai ministri sugli argomenti più disparati, era atteso anche il pronunciamento del rappresentante del dicastero dell’Innovazione e della Pubblica Amministrazione sulla questione del cosiddetto Decreto Pisanu.
Renato Brunetta, infatti, aveva annunciato, qualche giorno fa, che il Consiglio dei ministri si sarebbe occupato di rivalutare la necessità di mantenere attive le restrizioni di natura burocratica per chiunque offra un accesso ad Internet pubblico. Di fatto, gli obblighi contenuti nel decreto, che rientrava nelle misure provvisorie del pacchetto sicurezza, ma i cui termini sono stati prorogati già tre volte, hanno frenato l’espansione del WiFi e della connessione ad Internet negli spazi pubblici.
Il Consiglio dei ministri, invece, non ha affatto toccato l’argomento. Né Brunetta, né tantomeno il ministro degli Interni Roberto Maroni hanno comunicato l’intenzione di modificare il famoso Decreto. Eppure, molte testate online riportano che, in questi giorni, il Viminale stia lavorando proprio ad una soluzione che alleggerisca il carico burocratico sui gestori di pubblici esercizi e sugli utilizzatori.
Ma se da una parte c’è chi ha avuto notizie positive in tal senso, c’è anche chi parla di un dossier che denuncia i rischi legati al WiFi libero. Insomma, sulla questione, i punti da chiarire sono ancora molti e mancano all’appello diversi riscontri sulle promesse di interessamento da parte del governo.
Tanto è vero che il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti e il senatore Pd Vincenzo Vita hanno chiesto precisazioni a riguardo: «Nei giorni scorsi ambienti governativi e del ministero degli Interni avevano ribadito una positiva disponibilità all?abrogazione dell’articolo 7 della legge Pisanu in materia di lotta al terrorismo che tanti problemi ha creato e sta creando agli utenti e agli operatori della rete. Dal momento che tale abrogazione non ci risulta avvenuta nel Consiglio dei ministri di ieri sarebbe possibile conoscere modi e forme di tale abrogazione?».