Applicare “l’intelligenza economica” ad una impresa sanitaria significa introdurre sistemi di controllo, misurazione di performance e cambiamenti organizzativi e procedurali interni che permettono di decidere “presto e bene”, al fine di gestire l’azienda in modo competitivo pur rispettando i dettami di tutela della salute e di qualità complessiva delle prestazioni. Grazie al miglioramento dell’equilibrio fra spesa e qualità sanitaria, l’Italia, che già vanta una posizione di rispetto nelle graduatorie internazionali dietro Regno Unito e Spagna, e davanti a Francia, Germania e al resto dei Paesi Europei punta a ottimizzare ulteriormente le sue performance.
Normativa inerente la spesa sanitaria
L’approvazione dell’ultima manovra economica (luglio 2010) ha interessato anche l’ambito sanitario, grazie all’aggiunta di un maxi emendamento che ha introdotto alcune misure di contenimento della spesa sia a livello regionale che specificamente riguardante il fondo sanitario, la spesa farmaceutica e le retribuzioni. In aggiunta, a Settembre è stato predisposto un decreto legislativo per la determinazione dei costi e fabbisogni standard nell’ambito sanitario, ispirato al principio del federalismo fiscale che consiste in una precisa modalità per il calcolo del finanziamento che spetta alla singola Regione richiedente:
- Il primo passo per la determinazione della spesa riguarda le regioni aventi diritto; queste sono selezionate se e solo se presentano un bilancio in attivo nei due anni precedenti.
- A seguire la spesa sanitaria viene divisa in tre macroaree ognuna con il proprio peso: assistenza collettiva 5%, distrettuale 51%, ospedaliera 44%.
- L’ultimo passo riguarda il calcolo per ogni area della spesa media procapite che risulta dalla suddivisione del totale, per la popolazione residente pesata (ovvero parametrata tenendo conto dell’età anagrafica).
- La spesa procapite per area moltiplicata per il numero dei residenti per la singola Regione fornirà il valore totale del finanziamento da concedere per quella Regione (decurtando alcuni tipi di costi specifici n.d.r.).
La spesa sanitaria, in previsione dell’entrata in vigore del federalismo fiscale di cui alla legge 42/2009, era però già stata affrontata da parte della conferenza delle regioni e province autonome che avevano sottoscritto nell’ottobre del 2009 un documento allineato al nuovo patto per la salute, volto principalmente a «sollecitare e sostenere le azioni necessarie ad elevare qualità e appropriatezza delle prestazioni, a riequilibrare le capacità di fornire servizi di analoga qualità ed efficacia su tutto il territorio nazionale, a dare certezza di risorse per il Servizio Sanitario Nazionale su un arco pluriennale». Il contenimento della spesa infatti non deve ledere la tutela della salute e la qualità del SSN.