Sul sito di controinformazione WikiLeaks è stato pubblicato l’ennesimo documento “segreto”. Si tratta di un memorandum della Cia, risalente al febbraio scorso, in cui gli uomini dell’intelligence statunitense si chiedevano quale effetto abbia avuto, sulle relazioni internazionali, il fatto che gli Stati Uniti abbiano “esportato terroristi” nelle file dell?Ira, tra i sionisti fondamentalisti o fra gli attentatori di Bombay.
Dopo la pubblicazione di un video in cui si vede un elicottero militare americano che spara sui civili inermi in Iraq, Wikileaks ha guadagnato notorietà a livello mondiale quale audace sito web che rende di pubblico dominio materiale sensibile proveniente da delatori all?interno delle istituzioni dei vari governi mondiali.
WikiLeaks è in realtà solo un sito internet che fa capo ad una fondazione in Germania, la Wau Holland, intitolata alla memoria di un hacker morto nel 2001. Chi vuole sostenere WikiLeaks può fare un versamento a questa entità che in base alla legge tedesca non è tenuta a dichiarare i nomi dei donatori.
In Australia Wikileaks è registrata come se fosse una biblioteca, in Francia corrisponde nuovamente ad una fondazione, mentre è una testata quotidiana in Svezia. Negli Stati Uniti la società controlla due enti di beneficenza, registrati come organizzazioni non profit, esenti da obblighi fiscali e collegati direttamente con il sito web.
L’ultimo documento pubblicato dal network cita anche il caso del rapimento in Italia dell’Imam egiziano Abu Omar dove, i mandati di cattura per gli agenti Usa coinvolti nel rapimento vengono stigmatizzati come possibili cause di danno all’impegno globale nell’anti-terrorismo.
Nel rapporto di tre pagine emerge anche una certa preoccupazione da parte della Cia per la possibilità che vengano reclutati terroristi con passaporto americano. Una pratica (in realtà già in atto) che, secondo i guru dell’intelligence americana, potrebbe indebolire la disponibilità di altri paesi a collaborare alla guerra al terrorismo.
La nuova pubblicazione è destinata a riaccendere lo scontro tra Wikileaks e il Pentagono che ha già chiesto la restituzione di tutti i documenti sostenendo si tratti di appropriazione indebita da parte di un soldato americano, analista militare in Iraq, in prigione proprio per aver diffuso il video delle operazioni militari dell’esercito a stelle e strisce con cui Wikileaks ha scioccato il mondo.