Quali sono i vantaggi che il cloud computing può offrire alle aziende pubbliche? Perché questa tecnologia (o meglio, filosofia) è ancora poco diffusa? Lo abbiamo chiesto a Rossella Macinante, Practice Leader di NetConsulting, e Elio Monteni, Senior Technology Specialist di CA Technologies. La risposta è una ricetta che potrebbe far fare un salto di qualità alla Pubblica Amministrazione.
A cosa ci si riferisce quando si parla di cloud computing?
Una delle definizioni più autorevoli e maggiormente utilizzata di Cloud Computing è fornita dal NIST (National Institute of Standards and Technology), un’agenzia del governo Statunitense, che definisce la cloud come un «modello per l’abilitazione dell’accesso, su richiesta, ad un insieme condiviso di risorse di elaborazione configurabili, che possono essere messe a disposizione e rilasciate rapidamente e con una gestione minimale. Il modello cloud prevede cinque caratteristiche, tre tipologie di erogazione del servizio e quattro modelli di deployment». Il termine Cloud Computing è perciò riconducibile, in estrema sintesi, all’affermazione «usa ciò che ti serve, quando vuoi, e paghi quanto realmente consumi». Questo fa ricordare un ambiente nato tanti anni fa, ma ancora molto usato nelle grandi organizazioni: il mainframe. Già in tempi “non sospetti”, in alcune realtà aziendali si usava ripartire i costi di effettivo utilizzo delle risorse elaborative centrali verso le unità aziendali utilizzatrici; il tutto ai fini di una allocazione, anche se virtuale, dei costi globali del sistema informatico. Il Cloud Computing, anche se con approccio e tecnologia differenti, dopo oltre trent’anni riprende questi concetti declinandoli in “modelli di servizio” (SaaS, PaaS, IaaS) e modelli di implementazione (Private Cloud, Public Cloud, Ibrid Cloud e Community Cloud).
Quali sono gli effettivi vantaggi per le imprese che adottano il cloud computing?
Il Cloud Computing si propone come un nuovo modello in grado di offrire vantaggi, in termini di contenimento costi e flessibilità, alle aziende sia utilizzatrici sia erogatrici del servizio. L’adozione del cloud computing può comportare benefici per le grandi aziende che vedono nel “Private Cloud” un nuovo modo per rispondere alle mutate esigenze di Information Technology per uso interno, mentre per le piccole e medie imprese può rappresentare un vantaggio, in quanto il servizio di cloud rappresenta un costo (Opex) e non più un’immobilizzazione (Capex). Oltre a questo, l’assenza di un investimento diretto in risorse ICT permette alle aziende di piccole e medie dimensioni di ottenere un servizio adeguato alle proprie necessità, come ad esempio per la sicurezza, focalizzandosi esclusivamente sul Core Business, senza doversi cioè preoccupare di disporre al proprio interno di competenze specifiche (costose e non sempre giustificabili in aziende di dimensioni contenute) per la gestione dell’infrastruttura ICT. La ricerca di NetConsulting ha analizzato lo stato dell’arte del cloud computing in Italia.
A che punto è la sua diffusione nel nostro Paese?
Pur rappresentando una delle tematiche di maggiore interesse da parte delle aziende per la sua rilevanza in termini di efficienza e di efficacia nell’erogazione del servizio, il cloud computing presenta un livello di adozione ancora limitato. Fatta eccezione per alcune realtà che vi ricorrono nella modalità Software as a Service (SaaS), all’interno del panel analizzato nella ricerca (composto da realtà medio-grandi del settore sia privato che pubblico) si riscontrano infatti rari casi di grandi aziende che stanno passando da una fase di studio e valutazione ad una fase realmente esecutiva.