Elio Lannutti, presidente dell’Associazione per la difesa dei consumatori e degli utenti bancari, finanziari ed assicurativi (Adusbef) e Rosario Trifiletti, presidente di Federconsumatori, hanno lanciato il monito agli operatori di telefonia mobile affinché vengano finalmente livellati gli alti costi degli sms, che per gli utenti italiani sono tra i più alti d’Europa.
La proposta nasce a seguito della pronuncia da parte della Corte di giustizia Ue che ha stabilito, proprio oggi, che la Commissione europea ha imposto “legittimamente” limiti massimi alle tariffe applicate dagli operatori europei per il roaming sulle telefonate internazionali. A contestare la validità del regolamento adottato da Bruxelles su questa materia erano stati quattro operatori (Vodafone, Telefonica 02, T-Mobile e Orange) davanti all’Alta Corte di giustizia di Inghilterra e Galles, la quale a sua volta aveva investito della questione i giudici del Lussemburgo.
Nella sentenza odierna, la Corte Ue ha indicato che la Commissione ha agito nell’ambito delle sue competenze, nell’interesse dei consumatori e nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà. Ora però, secondo gli esponenti delle due associazioni, è il momento di guardare anche alle tariffe degli sms.
Tanto più che una ricerca del professor Srinivasan Keshav dell’università canadese di Waterloo (uno studio citato in più di una occasione dal senatore americano Herb Kohl) avrebbe dimostrato che i cosiddetti sms navigherebbero nelle reti telefoniche senza apportare alcun costo reale per le compagnie telefoniche attraverso la tecnica del “piggybacking“, ovvero un sistema con il quale il carico utile di byte viene trasportato “in groppa” ai pacchetti di controllo inviati dai cellulari verso i ripetitori. In sostanza lo spazio allocato sarebbe, in realtà, sempre presente, anche quando gli sms non vengono inviati e quindi il loro costo sarebbe molto vicino allo zero per il gestore telefonico.