Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa Film e membro dell’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali (ANICA) è stato intervistato da Cinemonitor, il portale nato dall’iniziativa di Roberto Faenza, regista e docente di Teoria e Tecniche del Linguaggio Cinematografico presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università La Sapienza.
Letta, considerato da diverse testate di settore, uno degli uomini più influenti del cinema italiano, ha argomentato le sue risposte soffermandosi a lungo su tre punti ritenuti fondamentali nel rapporto tra la sala e la Rete: la lotta alla pirateria, l’educazione nei confronti del diritto d’autore, magari fatta nelle scuole e l’offerta legale a pagamento.
«La percezione più sbagliata che si possa avere della lotta alla pirateria è quella che sia una difesa di privilegi economici di categorie protette – ha sottolineato Letta – a repentaglio sono, invece, migliaia di posti di lavoro, anche delle categorie più deboli come tecnici, operai, impiegati, e non solo dei più privilegiati produttori e distributori.
Sulla cosiddetta Hadopi, la controversa legge francese che avrebbe dovuto contrastare il fenomeno delle condivisioni online di materiale protetto da diritto d’autore, Letta è convinto che sia in Francia, sia negli altri paesi dove il legislatore si è ispirato all’Hadopi, il sistema abbia dato i suoi buoni frutti, tanto da auspicare che venga applicato il modello francese delle disconnessioni temporanee anche in Italia.
Le dichiarazioni del Ministro degli Interni Maroni, “scaricatore” abituale per sua stessa ammissione – per Letta – non sono altro che una provocazione e ben vengano nel momento in cui servano ad attirare attenzioni sulla questione.
Secondo Letta «bisognerebbe cominciare dalla scuola, dove i concetti di educazione civica in generale e di protezione del diritto d?autore, nello specifico, sono praticamente sconosciuti. Non si possono incolpare i giovani che compiono attività illegali in questo campo se nessuno dice loro che sono vietate e perché».
Eppure l’amministratore delegato non è affatto contro la Rete, ma vorrebbe solamente che fosse realizzata un’offerta legale, a pagamento, attraverso Internet e in modo tale da rendere più accessibili i prezzi di vendita, sempre che non si scenda al di sotto di livelli che consentono all?industria di proseguire nella sua attività.