Renato Brunetta non si ferma. Dopo aver scoperto che troppe Pubbliche Amministrazioni non si sono ancora adeguate alle direttive della riforma che porta il suo nome, non solo è corso ai ripari sollecitando gli inadempienti, ma ora rilancia l’obiettivo della copertura totale.
A tre giorni dall?introduzione della Posta elettronica certificata tra PA e cittadini, Brunetta si sta dando da fare affinché non venga trascurato alcun ufficio e alcun servizio: tutta, ma proprio tutta l’amministrazione pubblica dovrà avere una Pec di riferimento per ciascuna funzione.
«Se ciò non accadesse, non solo il cittadino non riuscirebbe a completare la sua pratica in tempi brevi e in maniera semplice, ma ci sarebbe bisogno di un?amministrazione parallela che torni ad inviare “pezzi di carta”».
Per raggiungere il suo obiettivo, il ministro punta molto sui 22 milioni di connazionali che usano Internet. «Sono la fetta più dinamica della popolazione – chiarisce -. Quando la Pec si distribuirà massivamente, e loro si rivolgeranno alla pubblica amministrazione perlopiù online, faranno il pressing decisivo per la realizzazione della società digitale.
Nel frattempo, tra le amministrazioni centrali dello Stato, il numero di quelle che hanno pubblicato una o più indirizzi di Pec nei propri siti istituzionali così come nell?indice delle pubbliche amministrazioni, da pochi giorni a questa parte, è improvvisamente in aumento.
L’adeguamento è frutto dei solleciti di DigitPA, del Formez e dall?azione dell?ispettorato della funzione pubblica. Inoltre, come ricorda il ministero, la “Riforma Brunetta della Pubblica Amministrazione”(Decreto Legislativo n.150 del 27 ottobre 2009) prevede che il mancato assolvimento degli obblighi relativi alla Pec influisca negativamente ai fini della valutazione della performance individuale e organizzativa per la corresponsione della retribuzione di risultato ai dirigenti degli uffici preposti. Di sicuro il deterrente più efficace.