«Mai come ora, l’intervento pubblico nel settore dell’editoria deve superare la logica della sovvenzione e deve guardare in prospettiva, seguendo le coordinate dell’investimento e dell’innovazione». Sono state queste le parole di Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom, intervenuto oggi al convegno “Lavori in corso per una riforma dell’editoria” promosso dalla Federazione italiana liberi editori.
Per quanto riguarda l’intervento privato invece, occorre un incentivo – sempre secondo Calabrò – che faccia leva su «nuovi meccanismi finanziari, in grado di richiamare investitori e donatori». Durante tutto il suo discorso, Calabrò ha parlato di Internet, sottolineando che così come la rete offre nuove opportunità organizzative, distributive e di miglioramento del prodotto, dalla stessa rete occorre attingere anche per la raccolta di finanziamenti, come nel caso della pubblicità on-line e degli innovativi sistemi di abbonamento elettronico.
L’editoria tradizionale ha bisogno del web – ha continuato Calabrò – ma non può certo quest’ultimo sostituirsi alla carta stampata. Io sono dell’opinione che Internet non cancella affatto l’industria del giornalismo; semmai la cambia».
Pertanto si tratta di rendere complementari giornali tradizionali e internet. E più che un problema di informazione o di notizie, c’e’ invece «un serio problema di modelli di business che devono essere ridisegnati. Un percorso difficile da adattare caso per caso e non esente da rischi di fallimento».
E l’adattamento dovrebbe avvenire – secondo il numero uno di Agcom – non tanto nella forma di una concorrenza diretta tra prodotti editoriali, ma «lungo una traiettoria più complessa di competizione-cooperazione».