«Intercettazioni non pubblicabili per il governo? Le leggiamo noi in Aula». Sono le parole di Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, sostenute dal compagno di partito Pancho Pardi e da tutta l’assemblea, a seguito della riunione dei parlamentari dell’Idv.
La nuova versione del provvedimento vieta ai giornali di pubblicare i contenuti delle intercettazioni, pena due mesi di carcere per il cronista e fino a ventimila euro di multa. Ma se, ogni volta che ci sia un?intercettazione regolarmente depositata e a disposizione delle parti, alla Camera come al Senato, qualcuno si alzasse per leggerla davanti a tutti, le intercettazioni verrebbero inserite nel resoconto parlamentare e potrebbero essere poi pubblicate senza incontrare ostacoli.
L’ipotesi è stata immediatamente presa in considerazione dagli esponenti dell’Idv che hanno addirittura rilanciato pensando di rendere disponibili online i testi sui siti dei due rami del Parlamento.
Sul blog di Antonio di Pietro è già pronta una pagina dove poter inviare le intercettazioni da “sdoganare” mentre, in rete, è iniziato il dibattito sull’opportunità di una battaglia di questo genere: su Facebook è nato un gruppo “Intercettazioni”, con una descrizione eloquente: “Che c’è di meglio, dopo aver commesso un bel reato penale, che parlarne al telefono?! D’ora in poi basta pizzini: anche voi potrete raccontare tutti i vostri illeciti a parenti e amici, direttamente da casa vostra!”.
Non poteva mancare l’approvazione dell’ala dei radicali all’interno del Partito Democratico: «Un?idea ottima – ha commentato Rita Bernardini – sicuramente noi radicali daremo una mano nella lettura. Anche se Di Pietro nel mettere le mani sul materiale da leggere, è certo molto meglio di noi».