Jean-Paul Teissonniere, avvocato del sindacato Sud (Solidaires, Unitaires et Démocratiques) dei lavoratori PTT (postelegrafonici), ha annunciato l’avvio, da parte del polo per la salute pubblica del tribunale di Parigi, di un’inchiesta giudiziaria nei confronti di France Telecom, accusata di aver avuto responsabilità indirette per i 46 suicidi di personale dell’azienda telefonica, avvenuti dal 2008 ad oggi.
L’indagine riguarderà sia l’organizzazione del lavoro, sia il sistema di management e tenterà di accertare i casi di “molestie morali” già evidenziati dal rapporto dell’ispettorato del lavoro che, a febbraio, aveva parlato di infrazione, “per aver messo in pericolo la vita altrui”.
Il bilancio annuale dei suicidi negli ultimi due anni è di 35 vittime ed il 2010 è iniziato con ben 11 casi in soli 3 mesi, come riportano i dati dell’osservatorio sullo stress dei lavoratori.
È la prima volta che i giudici decidono di ritenere la società telefonica, in quanto persona giuridica, responsabile della morte di un dipendente: nella motivazione vengono addebitate alla società “disattenzione, negligenza e mancato rispetto degli obblighi di prudenza”.
France Telecom, terzo operatore tlc europeo per giro d?affari dopo Deutsche Telekom e Telefonica, è un ex monopolio statale privatizzato nel 1997. Il 65% dei dipendenti mantiene ancora lo status di dipendente pubblico, che vieta il licenziamento in caso di calo della domanda in varie regioni e segmenti di business.
La società, tuttavia, ha dato vita a un piano di trasferimenti forzati, obbligando i dipendenti a lasciare la propria città o ad accettare mansioni degradanti pur di continuare a lavorare.
Da parte sua, France Telecom sostiene che non ci possono essere legami tra la decisione dei dipendenti di togliersi la vita e il lavoro. Eppure, il primo marzo di quest’anno, è stato nominato un nuovo Ceo, Stephane Richard, che ha sostituito Didier Lombard, accusato da molti dipendenti di aver tenuto un atteggiamento sprezzante nei confronti del loro disagio.