«Sarà il 2010 l?anno del boom per i pagamenti mobili, perché solo a novembre è stata recepita la direttiva europea Payment Service, che li abilita. Adesso gli operatori stanno ultimando la fase di rodaggio».
Sono le parole di Carlo Maria Medaglia, il direttore di RfidLab, il laboratorio dell?Università la Sapienza di Roma, in merito alla decisione dell?Unione Europea di innalzare a 150 euro (rispetto ai precedenti 15 euro) il limite per i pagamenti mobili. Inoltre, la direttiva specifica che ora i pagamenti potranno essere gestiti anche dagli operatori telefonici e non solo dalle banche.
Insieme alle soluzioni già disponibili tramite sim card (Poste Mobile e Noverca) o alle tecnologie di prossimità, come quelle sviluppate proprio da RfidLab, una nuova idea per i pagamenti via cellulare viene da 4Tech+, piccola azienda milanese, che punta su un sistema chiamato Cash Mobile.
Si tratta di un servizio che si interfaccia con qualsiasi infrastruttura di pagamento (banche, società di carte di credito, Paypal, Pos) basato su un’architettura client-server.
Nel dettaglio il cliente si registra sul servizio Cash-Mobile inserendo via web (o in altro modo) i dati personali e il proprio numero di rete cellulare. Quindi riceve un sms contenente il link per scaricare il client, un software scritto in Java, che si installa sul terminale mobile.
Al primo avvio si completa la procedura di registrazione con l’impostazione, da parte del cliente, di un proprio pin. A questo punto l’applicazione client è abilitata e si può cominciare ad effettuare transazioni.
Il cliente deve solo inserire il pin e dare conferma. Non deve digitare importi, navigare tra menù o ricordare procedure particolari. Il sistema è basato su crittografia a doppia chiave asimmetrica e non fa circolare alcun dato sensibile.
Nella speranza che si trovi un sistema standard, senza limitazioni, occorre ricordare che non tutti i sistemi mettono al riparo dal pericolo che il proprio cellulare diventi, in questo modo, un più interessante bottino di un ipotetico ladro.