Fiumicino, Malpensa e Venezia, saranno i primi aeroporti in Italia a dotarsi dei cosiddetti “body scanner” per i controlli di sicurezza. La sperimentazione avverrà entro due, tre mesi al massimo.
Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al termine della riunione del comitato interministeriale per la sicurezza del trasporto aereo e degli aeroporti.
Presenti alla riunione anche il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli e il presidente dell’Enac, Vito Riggio. «La decisione dell’Italia – ha spiegato Maroni – di dotarsi di body scanner è una decisione presa e assolutamente condivisa. Prima di ogni altra cosa, ci deve essere la sicurezza per chi vola e il diritto alla vita è prioritario. L’introduzione dei body scanner è stata decisa per tre aeroporti e questi nuovi strumenti saranno operativi nell’arco dei prossimi due-tre mesi al massimo».
La sicurezza negli aeroporti italiani «è ai massimi livelli», ha comunque rassicurato il ministro. Si tratta solo di una «intensificazione» dopo il fallito attentato sul volo Delta Airlines diretto negli Usa in partenza da Amsterdam.
Il prossimo 21 gennaio, in occasione della riunione informale dei ministri dell’Interno europei a Toledo, l’Italia chiederà di condividere l’iniziativa anche negli altri paesi, prima ancora che la Commissione li renda o meno obbligatori.
Le prime reazioni alle dichiarazioni di Maroni sono giunte per bocca di Sandro Gozi, capogruppo del Pd nella commissione Politiche della Ue di Montecitorio. Secondo Gozi «è importante sapere quale sia lo stato della concertazione con gli altri ministri competenti europei in merito al ricorso di questi strumenti di controllo e, soprattutto, in che modo si intende utilizzarli».
Le principali preoccupazioni, come ha sottolineato anche il Garante per la privacy, è che i body scanner «non diventino strumenti ordinari di controllo ma che, al contrario, siano usati in casi particolari e sui voli a rischio e infine che sia garantita la tutela dell?intimità della persona e dei minori».